La famiglia non è questione di numeri, ma di amore e responsabilità
La questione non è chi la compone, ma come farla bene. Ci sono adulti che hanno dovuto affrontare la genitorialità da soli e lo hanno fatto egregiamente.
Affermare che due adulti siano bravi genitori solo sulla base delle loro caratteristiche fisiche è antiscientifico e confligge con la realtà dei fatti. Usciamo dal campo minato della ideologia per affrontare le questioni per ciò che sono.
Il concetto di famiglia, da sempre, varia per innumerevoli ragioni: da quelle geografiche e culturali a quelle storico-economiche, pensiamo anche solo a quanto sia mutato il ruolo della donna dopo l’approvazione della riforma del diritto di famiglia nel 1975.
Affermare che il benessere psico-fisico di un bambino dipenda esclusivamente dalla presenza di un padre e di una madre è limitativo, ha bisogno di chi sappia prendersi davvero cura di lui e lo accompagni all’età adulta.
Nel nostro Paese qualsiasi coppia viene considerata famiglia ai fini del reddito, ma sul piano dei diritti e dei doveri, soprattutto sul fronte della genitorialità, si preferisce ricorrere a barricate ideologiche che non corrispondono nemmeno più alla complessità della società di oggi.
Io spero ancora che la politica apra gli occhi alla realtà e che, invece di pretendere di selezionare i genitori sulla base di teorie ormai disconosciute dalla scienza, affronti le questioni in modo lucido e pragmatico, consentendo ai cittadini adulti di essere genitori nel massimo delle loro funzioni.
Essere bravi genitori non dipende dal proprio orientamento sessuale e nemmeno dalla capacità procreativa, ci sono coppie che non hanno potuto procreare, ma non per questo sono stati genitori meno capaci.
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