Treni Veneto: due convogli ibridi non fanno primavera
Non è sufficiente sostituire alcuni mezzi vetusti e datati per ritenere risolti gli annosi problemi che gli utenti quotidianamente affrontano.
Votare a favore in aula del solo acquisto di alcuni mezzi, senza affrontare la questione adeguatamente, significa derubricare il problema a mere questioni tecniche.
Abbiamo perso il treno della concretezza, evitando così di risolvere il problema alla radice”.
Rendere efficiente il servizio ferroviario regionale significa, innanzitutto, garantire maggiore puntualità ed evitare le non rare cancellazioni, incrementare corse e carrozze per evitare il sovraffollamento, garantire mezzi più puliti.
E questi obiettivi non verranno raggiunti limitandoci a sostituire alcuni mezzi vetusti.
Solo due anni fa, dai banchi dell’opposizione, si era denunciato la rilevazione della pessima esperienza da parte degli utenti su alcune tratte venete: Adria-Mestre, Rovigo-Verona e Rovigo-Chioggia, soprattutto in termini di puntualità e assenza di un servizio per i viaggiatori con disabilità.
Da allora gran poco è cambiato, nonostante le mille promesse.
Urge un cambio vero nella gestione dei sistemi territoriali, ancora oggi profondamente inadeguata. Invece, assessore e maggioranza, durante la recente seduta a Palazzo Ferro Fini, si sono espressi a favore della riduzione dei costi, ipotizzando la sostituzione di treni con autobus nelle tratte caratterizzate da un minor numero di passeggeri.
Insomma meglio aggiungere altri veicoli sulle nostre strade, piuttosto che rendere più appetibile il trasporto su rotaia.
A cosa serve, quindi, sostituire alcuni convogli con l’investimento di 10 milioni di euro di fondi regionali se non si intende intervenire al contempo sulla qualità del servizio?
Tutto questo rischia di essere un boomerang. Non è certo in questo modo che si contribuisce a rendere la mobilità veneta più efficiente e sostenibile.
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