Il Ppe e la destra mi vietano di interrogare Fitto
Quattro uomini di destra hanno posto il veto alla partecipazione di una neomamma alle audizioni del commissario designato Raffaele Fitto.
Sì, proprio loro, sempre loro, i maschi di destra: quelli che dicono che “le donne devono fare più figli”.
Hanno posto il veto alla mia partecipazione, negandomi la possibilità di porre a Fitto una domanda di un minuto in collegamento da remoto.
Non ci crederete, ma è stata questa la decisione della Conferenza dei presidenti dei gruppi politici del Parlamento Europeo che, il 24 ottobre scorso, ha rifiutato la mia richiesta di partecipare da remoto all’audizione di Fitto.
Una richiesta motivata dal fatto che una neomamma deve anzitutto tutelare la salute del figlio nei primi mesi di vita.
A votare contro sono stati quattro uomini, rappresentanti del Ppe e dei gruppi della destra. Le quattro capogruppo di Verdi, Socialisti, Renew e Sinistra, tutte donne, hanno votato a favore e mi hanno sostenuta.
Ho ricevuto la solidarietà delle presidenti dei gruppi progressisti, più diverse presidenti e coordinatrici nelle commissioni. Questo mi ha dato forza.
Abbiamo chiesto alla presidente Roberta Metsola di trovare un modo affinché le neomamme come me possano esercitare il mandato di europarlamentare. Fitto è l’unico commissario designato italiano e io sono l’unica eurodeputata Verde e italiana a far parte di tutte le commissioni di cui lui sarà responsabile come vicepresidente.
Nel 2024 una neomamma dovrebbe poter decidere come organizzare maternità e lavoro, è assurdo che nel Parlamento Europeo quattro uomini possano decidere al posto mio.
La destra si riempie la bocca dell’importanza della famiglia e dei figli. In realtà, ostacola una neomamma nel suo mandato, con una decisione totalmente incoerente rispetto all’agenda Ue sull’empowerment femminile.
Tutto ciò è inaccettabile, Metsola deve intervenire.
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