Sono possibili attacchi cyber anche in Veneto?

3 Agosto 2021
Istituzioni

Dalle prime ricostruzioni, quanto avvenuto nel Lazio, sembrerebbe imputabile alla mancanza di autenticazione a due fattori.

In un report dello scorso anno, l’Europol riporta che il ransomware, ossia un malware  che limita l’accesso del dispositivo che infetta, è una delle principali minacce per le organizzazioni pubbliche e private in Europa.

Tra febbraio 2020 e la metà di maggio 2021, sono state più di 600 le realtà europee colpite da attacchi ransomware spesso serviti come diversivo per il furto di preziosi dati, l’Italia è il quarto paese più colpito del continente.

I perpetratori di queste azioni sono spesso criminali che non esitano a colpire le istituzioni pubbliche mettendo a rischio dati estremamente sensibili o paralizzando completamente le attività di interi enti.

Per prevenire questo genere di crimini è necessario aumentare e potenziare tutte le difese informatiche pubbliche, garantendo, ad esempio, una buona preparazione dei dipendenti pubblici e privati a riconoscere le minacce sul nascere, oltre al costante aggiornamento dei software capaci di riconoscere eventuali processi crittografici in corso.

Per questo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale per sapere se il sistema informatico regionale (SIRV), anche con riferimento alla Sanità regionale, sia presidiato da un livello di misure di prevenzione e di sicurezza tale da scongiurare attacchi informatici analoghi a quello accaduto nel Lazio.

La Regione ci dica se un eventuale attacco di questo tipo rischi di mettere in ginocchio il sistema veneto con ripercussioni sui cittadini e la loro sicurezza.

 

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