Naja obbligatoria – Proposta e non Legge: no a fakenews!
Cose da sapere sulla reintroduzione della “Naja obbligatoria” con la proposta di legge statale veneta, per non alimentare FAKENEWS.
La Naja obbligatoria è stata reintrodotta?
NO: la regione Veneto ha approvato un PDLS (Progetto di Legge Statale da inviare in Parlamento) che deve essere inviato alla commissione parlamentare competente e che solitamente rimane in un “cassetto”, anche quando i governi di Regione e Stato sono gli stessi!
La Naja obbligatoria verrà reintrodotta?
NO: un fattore semplice da considerare cono i COSTI. Tra ricostruire caserme, o ripristinarle o addirittura riacquistarle (alcune sono state cedute alle amministrazioni locali), rimettere in piedi il sistema del vettovagliamento, abbigliamento e armamento individuale, le prime indicazioni parlano di 15 miliardi (Non li trovano per Flat Tax o per il Reddito di Cittadinanza, immaginate voi la conclusione).
Ecco perché questa proposta è l’ennesima propaganda che non andrà da nessuna parte, l’ennesimo PdLS farlocco che porta via tempo di discussione al consiglio regionale, che invece dovrebbe essere occupato a discutere del Piano Socio Sanitario, della riforma delle IPAB, di una nuova legge per la Cultura, per aumentare fondi al sociale, ma la maggioranza si occupa solo di posticipare le esigenze e i veri problemi del Veneto.
Una profonda riflessione
E’ una proposta scritta con molta superficialità, scritta senza conoscere il territorio. Infatti non è accompagnata da un dossier sullo stato di attuazione o sulla prospettiva dei costi generali, o su come gestire le caserme o su casi particolari e specifici come i vaccini, che saranno obbligatori. Per non parlare delle scelte deleterie, come la cancellazione dell’obiezione di coscienza.
Ma sapete perché è stato fatto questo PdLS?
Per illudere deliberatamente con soluzioni apparenti a problemi complessi:
- quello di consapevolezza e senso di responsabilità dei giovani;
- quello del ricambio generazionale nell’associazionismo negli alpini, che poi di riflesso è quello della protezione civile.
Ci sono altre soluzioni, sicuramente non anacronistiche e soprattutto sostenibili finanziariamente:
- l’anno scorso ho proposto l’attivazione dell’EDUCAZIONE CIVICA NELLE SCUOLE: bocciata! Come la regione investe nelle giornate dello sport, così può investire nella responsabilità civica.
- Puntare senza se e senza ma al servizio civile nazionale e regionale; Mancano 400 milioni dal Governo (la Lega è sia in regione che a Roma ora) per aumentare il servizio civile. Pensate che i 2/3 delle domande dei nostri giovani sono scartate per ESUBERO. Basterebbe aprire un bando specifico per la Protezione Civile ad esempio (ora a scelta), semplice e sostenibile, e permetterebbe un ricambio generazionale: non assecondare proposte non realizzabili.
Un appello
Alle associazioni degli alpini, dei fanti e dei bersaglieri: Lavoriamo assieme per sostenere un servizio civile di cui i giovani siano protagonisti; siete preziose realtà a servizio del Veneto, aiutate noi giovani a conoscervi, a scegliere il servizio civile magari con la preferenza della protezione e spingere affinchè la politica nazionale non neghi a 100 mila ragazzi il servizio civile, il 70% di chi ha fatto richiesta.
Lasciamo il servizio militare a chi ha il desiderio di farlo, investiamo nel servizio alla comunità, rifiutando proposte illusorie, così da non deludere e allontanare ancora gente dalla politica, facendone perdere ulteriore credibilità!
Ottimo articolo sono favorevole all’introduzione nelle scuole secondarie e superiori di un corso che affronti la tematica dell’educazione civica oltre che istruire bisogna soprattutto formare i cittadini questo il compito più alto è arduo della scuola c’è n’è veramente bisogno !!
Grazie Francesco del tuo contributo, pienamente d’accordo. Inoltro penso che, oltre all’educazione civica, anche il primo soccorso o la conoscenza del volontariato verso la propria comunità (in tutte le sue forme, dal sociale all’aiutare ad organizzare un evento locale come una sagra) possano essere momenti di formazione che possono partire proprio dalla scuola per le future generazioni.