La scorsa settimana abbiamo approvato il Piano annuale per il turismo.
Clamorosamente mancavano i riferimenti alla strategicità del turismo accessibile!
Abbiamo chiesto di correggere il tiro e così sarà fatto, meno male!
Le persone con disabilità funzionali, in Italia, sono 3,1 milioni, ovvero il 5,6% della popolazione.
Le esigenze sono numerose e variabili, ma dalle opportunità enormi.
L’osservatorio vacanze, nel 2015, spiegava che se in Italia le famiglie con una persona disabile trovassero servizi adeguati, si parlerebbe di quasi 10 milioni di persone per un valore di 27.8 miliardi di euro.
I servizi sarebbero un beneficio anche per le famiglie con bimbi piccoli: quante volte i genitori si ritrovano a faticare negli spostamenti o solo nell’accesso agli aeroporti per colpa delle barriere architettoniche?
Ma attenzione: il problema non è solo questo. Parliamo di famiglie e persone che in 4 casi su 5 ha un reddito basso e quindi i prodotti turistici devono essere tarati ad hoc , per superare le difficoltà economiche, (vedi la recente proposta di Vicenza con la mostra di Van Gogh) oltre ad altri fattori di criticità come i trasporti, le strutture, la preparazione degli operatori e del personale.
Ecco perchè l’Italia, nel 2009, ha promosso un manifesto per la promozione del turismo accessibile. La Toscana ha approvato una legge per creare sinergie con le strutture e gli enti locali. Molti Comuni, da Napoli a Genova, da quelli pugliesi a quelli trentini, si sono attivati con particolari progetti per l’accessibilità di spiagge e montagne, di sport e servizi.
E in Veneto?
Nella passata legislatura l’assessorato al turismo ha lanciato, nel 2015, il progetto di eccellenza per lo sviluppo del turismo sociale ed accessibile, utile ad individuare le strutture ricettive adatte a bambini, disabili o persone con problemi alimentari.
Oltre a questo alcuni bandi con fondi europei per il superamento delle barriere architettoniche e, nel sito del turismo veneto, una serie di link a proposte di turismo accessibile a Padova, Verona, Venezia, altopiano….
Ma tutto questo serve se poi:
– mancano trasporti adeguati alle esigenze delle persone con disabilità, oltre a mancare una vera e propria organizzazione organica del trasporto pubblico?
– manca una vera e propria mappatura con l’indicazione del grado di accessibilità, una valutazione dei servizi e le tipologie di disabilità che non troveranno barriere, tradotto in inglese e in italiano? Preziosi progetti come “village for all” sono la chiave di volta, ma sono poco conosciuti dagli operatori del turismo e il Veneto è poco rappresentato! Per questo la regione dovrebbe tramutare con più determinazione i buoninpropositi di collaborazione.
– manca una strategia volta a collegare territori, strutture museali e prodotti turistici nel turismo accessibile come nell’offerta ordinaria? Canalizzare fondi europei per aiutare le strutture a rinnovarsi e costruire percorsi adeguati alle persone con disabilità o superare barriere architettoniche è ottimo. Evidentemente manca il ragionamento su di un percorso uniforme e continuo: non ci si può fermare a 500.000 euro per adeguare le spiagge. Serve una strategia che organizzi e metta in sinergia territori e offerte turistiche.
Ecco i punti su cui sto lavorando! E tu cosa ne pensi? Aspetto tuoi consigli per perfezionare il raggiungimento di questi preziosi obiettivi. scrivimi@cristinaguarda.it
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