La scorsa settimana è stato approvato il nuovo calendario venatorio. A mio modesto parere un mese in più di apertura sicuramente non servirà a proteggere e tutelare le specie inserite quindi, invece di aspettare che le specie crescano numericamente, in futuro potrebbero sparire "automatimente" dal calendario, proprio perchè non ci saranno più.
Della nuova stagione venatoria in Veneto, quindi vi condivido il comunicato stampa di Andrea Zanoni, che riassume la nostra linea in consiglio regionale.
“Calendario della vergogna, si potrà ancora sparare a specie rare, che in altre regioni vengono tutelate”
“Un calendario della vergogna e dell’ipocrisia, si continua a sparare a specie rare e in declino nella nostra regione, come moretta, combattente e allodola”. A dirlo è Andrea Zanoni, consigliere del Partito Democratico, a proposito di date e regole della prossima stagione venatoria, approvate due giorni fa dalla Giunta: inizio il 16 settembre 2018, termine il 31 gennaio 2019. “Ma tra pre-apertura di inizio settembre e giornate di posticipo di febbraio, di fatto si potrà sparare per un mese in più”.
“Siamo al trionfo dell’incoerenza: l’assessore alla Caccia nel comunicato parla di ‘specie in stato di conservazione sfavorevole’, ma viene permesso comunque di abbatterle anziché proteggerle come avviene in molte altre regioni italiane. Il Veneto, insieme con la Lombardia, ha il record negativo dell’autorizzazione alla caccia di specie in stato di conservazione sfavorevole, quasi una ventina, ma per la Giunta va bene così. Al di là degli slogan, il parere dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) con le importanti indicazioni di tutela della fauna selvatica e limitazione della caccia, non viene preso in considerazione. Non c’è invece nessuna pietà nei confronti di specie che, a causa di cambiamenti climatici, consumo del suolo, pesticidi in agricoltura e bracconaggio rischiano di scomparire per sempre”.
“Non c’è alcuna discontinuità col passato questo calendario, ancora una volta, asseconda i soli i appetiti della lobby venatoria e in particolare della sua minoranza più estremista quella dedita alla caccia dei piccoli uccelli migratori”.