Cristina GuardaIl Blog di Cristina Guarda

CONTENIMENTO DELLE NUTRIE IN REGIONE

 

PROPOSTA di LEGGE REGIONALE sul CONTENIMENTO DELLE ‪NUTRIE
Resoconto dalla III COMMISSIONE REGIONALE


Sono assolutamente certa che l’inserimento negli anni 80 della ‪‎nutria‬ (Myocastor Coypus), specie non autoctona ma alloctona (e senza importanti limiti naturali alla sua diffusione), ha causato notevoli danni ad argini ed agricoltura, creando anche importanti situazioni di insicurezza anche stradale.
Proprio per questi motivi, in sede regionale stiamo discutendo l’emanazione di una legge per il suo contenimento (visto che non si può di certo sbandierare la sua totale eradicazione).

Espansione della nutria in Italia

PRECISO che condividerò un'analisi il più possibile tecnica: sono una giovane agricoltore e quindi conosco le difficoltà e l'insicurezza causata dalla presenza delle nutrie nei nostri fossi e corsi d'acqua, ma ritengo che si debba affrontare il contenimento nel rispetto della sicurezza dei cittadini, garantendo loro metodi di intervento rispettosi e non invasivi, prevenendo disturbo della quiete e incidenti, e valutando con attenzione i metodi, scegliendo quelli più umani e meno aggressivi, oltre che economicamente sostenibili, anche nel rispetto dell'animale.

Anzitutto devo considerare che, come sempre, si tratta di una legge fatta un pò in fretta e senza considerare gli effetti che può generare, sia nel rapporto con la popolazione (consenso o dissenso), sia nella gestione delle responsabilità e dei metodi di azione (non approfonditi tecnicamente a sufficienza), sia nella prevenzione degli effetti futuri, soprattutto a livello giudiziario, con il rischio del conseguente spreco di soldi pubblici.

Vi riporto, quindi, le osservazioni di province, associazioni e stakeholder auditi in sede di 3 Commissione. Si tratta di un elenco delle criticità o meglio mancanze, attualmente presenti in questa legge:

  1. Manca l'attribuzione precisa dei compiti (il cosa fa chi!) della regione, delle province e dei COMUNI e come essi si coordinano con gli enti territoriali (ad es. con le aziende sanitarie): in questo modo si crea tanta confusione, rischiando una serie di interventi difformi da una città all'altra, senza un piano condiviso d'azione, capace di unire le forze e non di creare conflitti;
  2. Mancano le modalità e criteri del monitoraggio e di chi lo effettua: il Veneto è molto esteso ed è difficile attuare un monitoraggio completo; forse è più semplice realizzarlo a campione, ma per il momento nella legge il termine è generico;
  3. Mancano le modalità di CATTURA, le tipologie di ARMI da usare … MANCANO PROPOSTE DI REGOLAMENTI sui PERIODI e sui LUOGHI  - Purtroppo non abbiamo ancora approfondito con tecnici e veterinari quale sia il miglior metodo per l'abbattimento di queste creature. Meglio la cattura con progetti di sterilizzazione o conviene economicamente provvedere alla cattura con successivo abbattimento con arma ad aria compressa (silenziosa) o la caccia con arma da fuoco?- Tutto l’anno? Ovunque? Dove si può sparare? Personalmente non vorrei trovarmi un cacciatore che spara nel mio giardino la notte o vicino ad un'azienda dove gli operai fanno turno notturno oppure ancora vicino ad un centro abitato o ad campo sportivo con i bimbi che giocano! Quindi starò attenta perché almeno ci siamo periodi e luoghi adatti a queste misure di contenimento;
  4. Manca il PARERE TECNICO dell’ISPRA sulle modalità di azione: si dovrebbe chiederlo prima di far una legge, non farla e poi chiedere il parere… Approvare una legge una volta sola senza più toccarla è troppo difficile? Lascio a voi i commenti… inoltre il ‪collegato ambientale‬ della legge di stabilità 2016 sembra chiaro: l’articolo 19 prevede esclusivamente "l’utilizzo di metodi ecologici in prima istanza e solo successivamente, nel caso in cui questi si siano dimostrati inefficaci, consente il ricorso a piani di abbattimento". Invece qui si parla quasi esclusivamente di abbattimento. Perchè non ci sforziamo e approfondiamo con serietà l'argomento? Altre Regioni l'hanno fatto oramai da anni, e il Veneto? Arriva ultimo?
  5. Smaltimento delle CARCASSE: Chi lo fa? Dove? Come? Chi paga? Non pervenuto…
  6. Non dimentichiamoci dei fondi: IRRISORI. La Regione ne stanzierà facendo programmazione o solo quel che basta per il ritorno elettorale? Dato non pervenuto…

Quindi, per il momento, molte criticità e mancanze. L’iter sembra ancora lungo, ma la voglia di approvare in fretta spero non inibisca un confronto serio e tecnico.

Vorrei lasciarvi con questa considerazione del LAV, notoriamente associazione animalista, che però pone l'attenzione su un aspetto importante:

"I danni (all'agricoltura) imputabili alla nutria ammontano a circa 620.000 euro, il che significa circa il 6% del totale, un valore irrisorio confrontato ai 10 milioni totali; ma dato che l’argomento sono appunto i danni alla fauna selvatica - quello che giustificherebbe e sarebbe un pilastro di questa legge – è interessante osservare che 4 milioni di euro sono stati periziati nel quinquennio di riferimento in relazione ai danni prodotti da lepri e fasianidi, in altre parole ben il 40%, a confronto del 6%, dei danni prodotti all’agricoltura è prodotto da fauna di interesse venatorio, fauna che ogni anno viene immessa sul territorio in quantità sconosciute ma sicuramente esorbitanti e peraltro senza alcun controllo."

Per qualsiasi vostro commento rimango a disposizione, contattatemi a scrivimi@cristinaguarda.it

 

Indietro

Questo sito utilizza i cookies per migliorare la tua esperienza su questo sito web. Continuando la navigazione, accetti il loro utilizzo.  Accetto