Dalla mia visita agli ospedali di Arzignano "Cazzavillan" e di Valdagno "San Lorenzo", la mia impressione è un Regione senza idee chiare, un territorio inascoltato e molte ombre sul futuro del San Lorenzo.
Questa considerazione mi viene dopo aver fatto visita agli ospedali di Arzignano e di Valdagno per approfondire il tema della loro riorganizzazione imminenti, a causa degli spostamenti temporanei di alcuni servizi sanitari locali, l'accorpamento di due punto nascite in uno solo e lo spostamento dell'ortopedia, in attesa che sia ultimato il nuovo ospedale unico di Montecchio Maggiore – Arzignano, che attualmente dovrebbe essere pronto del 2020, speriamo!
Doveroso e obbligatorio l'incontro successivo con il comitato sorto a difesa dell'ospedale di Valdagno, nel presidio fisso che sta di fronte all'ospedale San Loranzo, con le mamme promotrici e i volontari, provenienti da tutti i comuni. A loro va il mio grande riconoscimento per essere presenti, per aver abbandonato i colori politici per lottare per i loro diritti assieme. Il mio rammarico va nelle istituzioni politiche regionali, sempre poco chiare o omissive.
LA VISITA NEGLI OSPEDALI DI ARZIGNANO E DI VALDAGNO
Dai due sopralluoghi è emerso un particolare non indifferente: ad Arzignano tutto è già allestito e sono pronti per accogliere il punto nascite di Valdagno, mentre a Valdagno il personale viene lasciato in balia dei dubbi e delle non scelte, anche se la struttura è professionalmente pronta a tutte le soluzioni. Le voci dicono che sia già tutto deciso a Venezia ma qui si aspetta che la politica sia chiara e mandi un segnale e un comando chiaro dalla Regione, perchè la conferenza dei sindaci è solo una consultazione non una decisione.
Prima considerazione
Da questa situazione emerge la considerazione che è stato un errore da parte della Regione usare la Conferenza dei sindaci, che ha dimostrato poca disponibilità al confronto dialogante, forse strumentalizzata o viziata politicamente, per far credere che sia stato il territorio ad esprimersi, quando invece lo spostamento del punto nascite è una scelta di Palazzo Balbi, già presa da tempo.
Ma il territorio, ed è questo che chiedo alla Regione, non è forse rappresentato anche dalle oltre 15.000 persone che hanno firmato per il San Lorenzo e dalle 7.000 persone che lo scorso 26 giugno in corteo a Valdagno hanno detto no allo spostamento del punto nascite? Di un fatto siamo certi: nessun piano B è stato nè considerato nè proposto, ma soprattutto è allarmante che l'ULSS e l'assessorato non ci dicano i costi degli spostamenti delle varie proposte e quelli che ci saranno tra 4 anni.
Seconda considerazione
Comprendo che l'Ulss 5 si stia ristrutturando soprattutto per via del previsto accorpamento con l'Ulss 6, ma il problema di fondo è che la Regione non sta dando risposte certe circa il futuro e le specializzazioni all'ospedale di Valdagno: sappiamo che ortopedia, dopo lo spostamento temporaneo a Valdagno, tornerà a Montecchio, ma non si sa se il punto nascite tornerà mai più nella città laniera.
Forse lo sapremo quando nascerà l'Azienda Zero voluta da Zaia e di cui stiamo discutendo in Regione. Voci di corridoio ci dicono che dopo l'Azienda Zero e dunque quando ci sarà un unico superdirigente al comando che deciderà, saranno riviste le schede ospedaliere. A quel punto sapremo in quali ospedali la Lega taglierà i servizi o addirittura quali ospedali spariranno.
DIALOGHI E RIFLESSIONI NEL PRESIDIO FISSO CON IL COMITATO E I CITTADINI
Io ribadisco che l'ospedale di Valdagno deve comunque continuare ad esistere, per un fatto logistico, orografico, montano con una difficile viabilità, ma soprattutto va valutato dal punto di vista di un territorio diffuso ricco di contrade e quindi di persone che vivono lontane dai centri più grandi. Le Amministrazioni locali hanno sempre investito contro lo spopolamento e la carenza delle risorse e i risultati hanno iniziato ad arrivare, visto che molte giovani coppie decidono di andare a vivere nelle contrade. I Sindaci si stanno molto impegnando su questo fronte e per questo appoggio la battaglia dei primi cittadini della Valle dell'Agno: lottano affinché gli ultimi servizi di un territorio non vengano spariscano. La valle dell'Agno ha già dato: le grandi e storiche industrie scomparse, il problema dello stabilimento della Recoaro, l'agonia delle Terme dovuta alla cattiva gestione da parte della Regione. Ora è il turno dell'ultimo servizio rimasto nel territorio, l'ospedale. La Regione vuole veramente prendersi questa gravosa responsabilità?.
Infine vorrei ringraziare il Dott. Stopazzolo e il suo staff per la disponibilità e la visita nelle strutture ospedaliere e il gruppo promotore del Progetto Saluto Valle dell'Agno, le mamme, i consiglieri comunali e i cittadini per l'accoglienza al presidio.
Ora attendo le vostre considerzioni, scrivimi@cristinaguarda.it