“Sulla gestione del lupo la maggioranza fa demagogia e si contraddice: senza i fondi europei per la prevenzione, gli allevatori saranno nei guai”
Un bel mix di demagogia e contraddizioni tutto frullato insieme con l’unico risultato di non risolvere un problema, ma, anzi, di aggravarlo, confondendo ancor più le idee dei cittadini delle aree montane e contribuendo ad un senso di sfiducia nelle istituzioni. L’uscita della Regione dal Progetto WolfAlps avrà infatti ripercussioni pesanti.
Non posso non intervenire dopo aver letto l'articolo con le dichiarazioni del mio collega Sergio Berlato in cui difende la decisione della maggioranza (leggi l'articolo qui)
Trovo le sue dichiarazioni irresponsabili e confuse: non so come possa sostenere la necessità di affidarsi a una gestione tecnico scientifica con un’azione di monitoraggio continua e contemporaneamente dire che questo progetto europeo è troppo costoso. In realtà la maggior parte delle risorse arrivano dall’Europa e servono proprio a fare ciò che chiede Berlato, prevenzione e informazione. E allora perché recedere dal progetto? La Regione ha così tanti soldi da investire nella gestione del lupo e vuole fare tutto da sola? Non si direbbe, visto che Zaia continuamente batte cassa con il Governo lamentando le ristrettezze del bilancio veneto!.
L’uscita da WolfAlps andrà a penalizzare proprio quegli allevatori e malgari che Berlato dice di voler tutelare: se la Giunta avesse fornito senza ritardi i sistemi di protezione i danni sarebbero stati sicuramente inferiori. Senza i fondi europei non avranno né cani pastori né le recinzioni elettriche e i tempi per gli indennizzi difficilmente si accorceranno. E tutto questo senza poter toccare il lupo, che è una specie protetta a livello europeo. La Regione, infatti, non può decidere gli abbattimenti in modo differente da ciò che stabilito dalla direttiva Habitat. Il Piano nazionale, ancora in fase di approvazione, prevede addirittura 22 azioni, che riguardano prevenzione, monitoraggio, informazione e studio prima dell’abbattimento. E la soglia massima è il 5% della popolazione totale ovvero. nel caso del Veneto, tre quarti di un lupo.
Il compito della Regione è quello della prevenzione a fianco di allevatori e malgari, rispettando le loro preoccupazioni, e di fornire una giusta informazione ai cittadini e ai turisti sulla presenza del lupo, perché la montagna non è un parco giochi. E il Progetto WolfAlps va in questa direzione, non c’è niente di ideologico: la maggioranza si faccia spiegare dalla ‘leghistissima’ Lombardia come funziona.
Torniamo con i piedi per terra, quindi: il Consiglio regionale non perda tempo nel rinnegare progetti e fondi europei utili, per poi riproporre le stesse soluzioni pagate con i soldi dei soli veneti. Si continui a monitorare e a mettere in campo gli interventi pratici, anziché rimandare ogni volta, aggravando la soluzione dei problemi.
Attendo le tue osservazioni o proposte scrivimi@cristinaguarda.it