Cristina GuardaIl Blog di Cristina Guarda

SICCITA' E GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA

SICCITA' E GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA

Grave è la mancanza dell'acqua nel nostro territorio, soprattutto se consideriamo che siamo tra le prime posizioni delle regioni europee come quantità di risorse idriche teoricamente disponibili. E invece, noi agricoltori stiamo soffrendo molto e a rischio sono proprio le nostre colture. Il meteo di questa settimana dà una piccola parvenza di respiro all’irrigazione, ma non basta: la falda ha raggiunto livelli troppi bassi e preoccupanti: il periodo invernale di ricarica è ormai passato e le piogge di questi giorni, non saranno lontanamente sufficienti.

 

Il bilancio idrico tra ricarica naturale e consumo antropico è negativo, ed allarmante. La Regione Veneto sta parlando soltanto della gestione dei fiumi, necessaria sicuramente, ma la siccità non riguarda solo i corsi d'acqua superficiali: dobbiamo soprattutto guardare alla garanzia dell'acqua delle nostre falde e al suo continuo rigenerarsi.
Purtroppo quest'anno la situazione è grave, non solo perché i bacini a monte sono già da tempo in difficoltà  (mai successo fino ad ora), ma anche perché Arpav ci informa di un continuo calo del livello delle acque sotterranee, di mese in mese.

 

Ma in tutto ciò, qual è il fatto gravissimo?

L’acqua che ricarica la falda, principalmente dalle zone montane e pedemontane, è minore rispetto a quella che preleviamo  per gli acquedotti, per l’agricoltura, per la vivificazione dei fiumi e per l’industria.
Ma non va sottovalutato il fatto che in questi ultimi decenni abbiamo edificato troppo, creando un'eccessiva impermeabilizzazione del terreno, dove la cementificazione (il consumo del suolo), convoglia l’acqua direttamente nelle fognature, creando una via preferenziale e accelerando il ciclo dell’acqua verso il mare, senza permettere al terreno di assorbirla e rilasciarla gradualmente.

Quindi, una visione della gestione del territorio poco lungimirante, aggravata pure da alcune progettazioni errate. Quali?

Ad esempio la costruzione dei bacini per la gestione del rischio esondazioni, i quali potevano essere progettati non solo con lo scopo di prevenire alluvioni, ma anche di gestire una ricarica della falda pianificata. Ad oggi i bacini costruiti o in costruzione sono progettati in zone a rischio idrogeologico, ma non nelle più opportune zone a falda profonda, dove si sarebbe potuto affiancare la progettazione di ricarica.

O ancora i pozzi artesiani: pozzi naturali che spingono le acque sotterranee in superficie senza ausili meccanici, spesso confusi con le sorgenti. Pensiamo che uno studio sui 460 pozzi privati artesiani nella zona di Trebaseleghe, ha verificato una perdita annua di 5 milioni di metri cubi di acqua!
Con quella quantità si darebbe da bere a più di 30 mila persone in un anno!!!

 

Serve quindi una gestione sostenibile delle nostre risorse. Non lo chiamiamo “Oro blu” per niente, ma a volte ci rendiamo conto del suo valore solo durante le emergenze. E per quanto riguarda la gestione, la politica regionale ha una sua responsabilità!
Dai fondi del PSR, mai destinati a scelte di irrigazione sostenibile volte al risparmio di acqua, specialmente per le colture cerealicole, a vere politiche per l'impresa, volte ad indirizzare al reciclo dell’acqua, obbligando a scelte produttive risparmiose.

Ecco allora che sto lavorando in questa direzione, augurandomi che presto si possa intervenire per correggere queste storture e sfruttare gli strumenti in modo intelligente e sostenibile!

 

Se siete interessati, attendo le vostre proposte e magari mettiamo in piedi un confronto e uno scambio di idee. scrivimi@cristinaguarda.it

 

 

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