Referendum sull’Autonomia - Il mio è un sì responsabile
Vuoi maggiori forme di autonomia per il Veneto?
Ma certo: sono convinta che un governo regionale più vicino ed incisivo in materia di istruzione, ambiente, gestione
dei beni culturali o della ricerca sviluppo per le aziende, possa dare dei benefici non indifferenti. Sempre a patto che le materie vengano gestite con lungimiranza e concretezza.
Dico questo sperando anche che nel prossimo futuro possa esserci un cambio di rotta al governo del Veneto e che
invece di dedicare gran parte del tempo a parlare di bandiere e caccia, possa aprirsi una stagione nella quale gli obiettivi siano quelli del miglioramento dei servizi a beneficio dei più poveri, delle famiglie e degli anziani, oltre che negli ambiti della mobilità, dell'agricoltura e di tutto ciò che da tempo esige innovazione ma rimane inascoltato.
E’ proprio con questo impegno e speranza per il mio veneto che scelgo di votare SÌ al referendum: per un Veneto aperto, responsabile e solidale. Perché sono convinta che si possa costruire una politica adeguata alle esigenze del territorio. Perché sono cosciente che il voto potrà servire a qualcosa soltanto se, dopo il 22 ottobre, il presidente Zaia finalmente si decide a chiedere ufficialmente questa autonomia e a farlo anche con idee concrete!
Perché partecipo al referendum?
Partecipo inoltre attivamente alla campagna referendaria per poter anche svelare le falsità di chi sostiene che:
• avremo l'autonomia fiscale;
• avremo la possibilità di autonomia trentina o sudtirolese;
• sarà l’anticamera dell'indipendenza.
Il Presidente Zaia e la maggioranza stanno dando spazio a tutte queste informazioni scorrette, sperando di invogliare chiunque a votare, ma negando a noi veneti la verità e il rispetto.
Ciò mi fa molto soffrire, sia come politica che come cittadina che pretende la buona politica: si tratta di scorrettezze
gravi che allontanano sempre di più gli scettici e confondono sempre di più i fiduciosi.
A cosa serve questo referendum? Breve cenno di storia veneta.
Questo referendum può servire per un confronto concreto con i cittadini su cosa significa avere un'autonomia differenziata, concetto introdotto dal centrosinistra con la riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001, osteggiato dalla Lega che oggi ne vuole beneficiare.
In quasi 20 anni di politica di Zaia non abbiamo ancora idea di quali materie desidererebbe gestire autonomamente
in Veneto. Non esiste ancora un progetto. Le uniche mosse istituzionali, sotto la Giunta Galan, furono quelle del 2006, con l’avvio di una trattativa col governo circa l’autonomia in 12 materie specifiche. La caduta del governo Prodi interruppe un confronto che non venne mai più ripreso proprio dal governo di centrodestra, che non badò più alle richieste venete, nonostante Zaia fosse all'epoca ministro.
Oggi lo stesso Zaia vuole crede di poter partire da zero, pensando basti la richiesta, a mio parere inefficace, di tutte
le 22 materie previste dalla costituzione, rifiutando la discussione sulle prospettive del Veneto e vendendo, intanto, alcune infondate fake news sul referendum.
Mancanze enormi, queste, che non mi sento di avallare, nè di dimenticare quando oggi si alzano i toni contro Roma, perdendo tempo nella concreta progettazione del futuro autonomo del veneto, come un qualsiasi buon "imprenditore" farebbe.
Ma cosa avrei fatto al posto di Zaia?
Avrei intavolato fin dal principio una trattativa col governo, investendo i 14 milioni che vengono ora spesi per il referendum in altre partite di fondamentale importanza per i cittadini, ad esempio:
• per contrastare l'inquinamento da Pfas, il più grave in Europa;
• sostenere i truffati dalle banche, piaga con costi umani altissimi.
Inoltre non mi sarei limitata a:
• comparsate televisive da solista;
• propaganda superficiale fatta di cartelloni, spot e aeroplani.
Avrei invece:
• dato spazio a confronti sul territorio con le categorie di imprenditori e professionisti;
• condiviso un percorso con le università per individuare le innovazioni più importanti da portare alla luce con una gestione locale delle materie;
• chiesto al Consiglio Regionale, l'istituzione che rappresenta tutti i veneti, di individuare un progetto politico, serio e condiviso, per un Veneto più autonomo.
Il mio è un SÌ responsabile, che rispecchia l’aspettativa di molti cittadini: quella di un’autonomia concreta a servizio dei veneti. Lasciando da parte la vuota propaganda elettorale.
Attendo le vostre opinioni, conoscere la vostra intenzione di voto e perchè scrivimi@cristinaguarda.it