Registro regionale associazioni enogastronomiche: “Iniziativa positiva ma bisogna definire criteri di sostegno a queste realtà”.
Ieri, 2 maggio, in Consiglio Regionale abbiamo discusso della Proposta di Legge 104, "Riconoscimento e promozione delle associazioni enogastronomiche", che mi ha vista contro-relatrice in aula.
Ho ritenuto che sia un bene istituire un registro regionale per il riconoscimento delle associazioni enogastronomiche, cercando di valorizzare quelle confraternite che non solo si sono affermate nel tempo, ma di tutte quelle che desiderano svilupparsi. Sono state accolte quasi tutte le mie proposte di modifica e di questo devo ringraziare le confraternite del nostro territorio e anche alcuni cittadici attivi. Tuttavia restano da definire con maggiore incisività i criteri con i quali la Regione andrà a sostenere queste realtà, visto che il consiglio non ha voluto definirne i principi.”
Se la Regione sceglie di sostenere specifici progetti, sarebbe importante finanziare quelle iniziative che non si fermano alla sola promozione dello specifico prodotto, ma anche della cucina tipica, della sua storia, delle tradizioni agricole o del territorio, dello sviluppo turistico, con richiami al paesaggio, all'arte, alla storia. Su questo provvedimento ho presentato alcuni emendamenti. Il primo è stato approvato e stabilisce l'accesso al registro delle associazioni sia riservato a chi opera da almeno due anni e all'interno del territorio veneto. E’ stata così coperta una lacuna normativa di cui che mi stupisce che la maggioranza non si sia accorta”.
La consigliera sottolinea inoltre i contenuti di una sua seconda proposta di modifica: “ho richiesto, senza successo, che il sostegno finanziario di specifici progetti valorizzi innanzitutto quelli che propongono la creazione di sinergie volte alla valorizzazione storica, turistica e sociale. Non si tratta di allontanare le accademie e le confraternite dalla loro mission ma di rispettarne l'operatività a servizio del territorio e far sì che il Consiglio regionale impegni la Giunta a stabilire criteri per la distruzione delle risorse, sulla base di questa priorità. E’ fondamentale stimolare la creazione di un valore aggiunto per il territorio in cui operano queste realtà associative, altrimenti si perde il senso di un sostegno pubblico”.
Infine, in merito alla dotazione finanziaria del provvedimento, Cristina Guarda punta l’indice sul fatto che “questa legge aveva in previsione solo 5 mila euro. Anche grazie alle mie sollecitazioni è stato stabilito il raddoppio delle risorse, in modo da poter già indire un bando entro fine anno, con criteri che auspico possano essere coraggiosi e capaci di stimolare iniziative capaci di creare valore aggiunto per il territorio”.