I consiglieri a vita?
Zaia il furioso scarica per l'ennesima volta la colpa ai suoi subordinati e intanto fa passare norme utili a lui ed i suoi senza macchiare la sua tunica bianca.
Non è nuovo questo atteggiamento:
Il presidente Zaia non sapeva niente del dossier sui pfas.
Il presidente Zaia non sapeva nulla del rischio spostamento del punto nascite di Valdagno.
Il presidente Zaia non sapeva della protesta dei medici di base e delle difficoltà di dialogo con la Regione.
Il presidente Zaia non sapeva del rischio Pedemontana Veneta.
Il presidente non sapeva della mancanza di indagini e controlli della Regione riguardo le attività illecite per cui un dirigente del settore ambiente è stato condannato.
Non sapeva nulla ma intanto continua indisturbato ad accentrate tutto su un unico uomo al comando e aprendo la strada della maggioranza blindata anche in caso di trasferimento a Roma, in assenza di un sostituto all'altezza del suo attuale 50%.
Certo, anche Galan era il Presidente più amato e proprio perché non auguro al suo successore la stessa fine, consiglio di considerare la coerenza come priorità politica e personale visto quanto lui ed i suoi si erano sbracciati e schierati contro l'Italicum e la Riforma Costituzionale, quando parlavano del rischio dell'uomo solo al comando, di minoranze mortificate, di vecchia politica e candidature calate dall'alto o di consiglieri regionali incapaci di svolgere un secondo compito.
Oggi in Veneto si mostra una maggioranza timorosa della diversità di opinione, che spinge i propri rappresentanti all'omologazione, facendo sì che il loro sia un voto qualunque, non decisivo.
Oggi in Veneto si capovolge l'agenda dei consiglieri e il tempo non mancherà loro per svolgere un secondo compito.
Oggi in Veneto si ritorna a pensare che il cambio generazionale sia una gran bufala: i giovani stiano dietro ai dinosauri della politica regionale, invece di essere da loro valorizzati se meritevoli e supportati nelle competenze.
Oggi in Veneto si parla di super pluri candidature e di un presidente sempre più padrone delle scelte di un consiglio che dovrebbe essere autonomo, di controllo ed (è bene ricordare) è l'unico organo con espressione di voto diretto scelto dai veneti!
Oggi in Veneto le energie della maggioranza si spendono e stracciano le vesti senza sosta a discutere di premi, circoscrizioni e mandati, mentre fino solo un anno fa parlare di leggi elettorali nazionali era, a detta del loro presidente, una inutile perdita di tempo.
Tanto più oggi la proposta di modifica di legge elettorale regionale è un'inutile perdita di tempo alla luce della grave e precaria situazione delle politiche sociali e sanitarie, di quelle del trasporto ferroviario e delle indagini del antitrust, della questione pedemontana, dei pfas e delle centinaia di siti contaminati in Veneto.
Caro Presidente: il pdl porta la firma della sua giunta, è sua la proposta e quindi sembra strano che non sappia delle evoluzioni di questa discussione, tanto più se le proposte vengono dalla sua maggioranza. Sarebbe irresponsabile!
Ma capiamo che rispondere che non se ne sa niente è diventata una risposta facile in politica, utilizzata anche da un prossimo alleato nelle politiche nazionali. Intanto però i problemi enormi della Regione continuano: qualche tempo fa ho visitato un cooperativa che si occupa di persone con disabilità creata con grandi fatiche fisiche ed economiche. Mi hanno raccontato del senso di fallimento e ingiustizia provato nel conoscere della corruzione palesata dal caso "Cà della Robinia", 3.4 milioni di euro gettati dalla finestra e indagini che stanno verificando se il sistema fosse creato ad hoc e i casi di malaffare non si fermino a questo, mentre loro faticano da decenni per garantire un servizio rispettoso del bene comune e della dignità della vita.
Quante cose accadranno ancora in Veneto con un presidente che non sapeva nulla?