“Sulla Pedemontana deve essere data priorità assoluta agli indennizzi degli espropriati, altrimenti il costo a carico della Regione lieviterà ancora”
Per ogni giorno di ritardo negli indennizzi agli espropriati, il costo della Pedemontana aumenta. Un motivo in più per dare priorità assoluta al pagamento dei proprietari di fondi e degli agricoltori che ancora non sono stati pagati oppure sono stati rimborsati solo parzialmente.
A causa del ritardo accumulato nel pagamento dei terreni già occupati per i lavori, infatti, la legge sugli espropri prevede che gli espropriati abbiano diritto all’indennità di occupazione, quantificabile mediamente in 70 centesimi al metro quadro all’anno se sono ‘semplicemente’ proprietari, 1,50 euro invece per i proprietari coltivatori diretti: mi auguro che la Regione abbia, almeno questa volta, fatto bene i propri calcoli.
Grazie ad un concessionario insolvente, i costi dell’opera si appesantiscono ulteriormente e ci auguriamo che vengano poi sostenuti davvero dal Consorzio Sis, non come in questi anni con i soldi pubblici che il Governo ci ha garantito per la continuazione dei lavori. L’aumento dei costi degli espropri è un altro tassello che ci chiarisce ancora una volta l’inadeguatezza di un contratto di Project a svantaggio del pubblico e non onorato nelle responsabilità del concessionario Sis, che con la sua inadempienza mortifica il comparto agricolo e l’agricoltura stessa.
Infatti al momento il Consorzio Sis ha versato solo 54 milioni dei 334 pattuiti per gli espropri e, alla luce degli indennizzi dovuti per ogni giorno di occupazione dei terreni non pagati, è evidente che occorre intervenire subito, sia per una questione di sensibilità e giustizia, ridando così vitalità al settore, sia per non appesantire ulteriormente i costi di quest’opera.
L’ennesimo project financing ‘alla veneta’ con l’ente pubblico che firma un contratto capestro e poi fa pagare gli ‘effetti collaterali’ a tutti i cittadini.
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