Pedemontana: “Garantire pagamenti a espropriati prima del closing”
Un conto è prevedere i pagamenti della Pedemontana agli espropriati e ai subappaltatori se il closing ha un tempo limite di pochissimi mesi. Ma il discorso cambia se, come fa la Regione, si prevede il closing a dicembre 2017. Ci sono infatti in ballo privati e aziende che hanno l'acqua alla gola e che non possono attendere il 2018: così rischiano di naufragare.
Già nel 2016 era stato previsto un piano di rientro del pagamento di circa 60 milioni agli espropriati con un sistema rateizzato che il consorzio Sis non ha onorato. E non sono sicuramente sufficienti i 7 milioni pagati ad inizio aprile, che hanno il sapore del contentino per tener buoni questi creditori. Ricordo che da parte di tutte le forze politiche del Consiglio regionale è arrivato un forte richiamo a liquidare questi debiti, proprio perché il Consorzio Sis, a prescindere dal closing finanziario mai raggiunto in sette anni, si è impegnata con accordi e contratti addirittura occupando i terreni senza averli pagati. Comprendo la situazione complessa, ma è incomprensibile non dare ancora una volta la priorità a questo fronte di aziende e di privati.
E sulla questione delle esenzioni al pedaggio sono troppi i buchi neri di questo progetto: i cittadini si domandano perché dovrebbero pagare tasse e pedaggi per gli errori madornali causati e sottoscritti dalla Regione concedente e dai suoi rappresentanti politici, oltre che dall’incredibile e sfacciato privato concessionario. Violare un territorio in questa maniera è un danno ambientale ma anche sociale: il ristoro dei cittadini che stanno subendo questa disastrosa epopea deve essere prioritario.