PEDEMONTANA: “ZAIA E LA LEGA CONDANNANO LA REGIONE AD UN INVESTIMENTO AL LIMITE DELL'IMPOSSIBILE”
Ben 614,9 milioni sono già stati versati dallo Stato, altri nuovi 300 milioni sono in arrivo dalla Regione e servono esclusivamente a ridare credibilità privato concessionario, alla disperata ricerca di credito.
Per fare questo Zaia tassa i veneti e, come se non bastasse, sono 12 i miliardi del canone che la Regione pagherà in 39 anni all’inadempiente Consorzio Sis che andrà così a guadagnare più dell’8% rispetto ai soldi che dovrebbe autonomamente investire per concludere l’opera. Questo è l’affresco allarmante della Pedemontana veneta.
L’incertezza dell’incasso dei pedaggi a carico del privato era il fulcro attorno al quale il project financing poteva avere un senso. Ora tutto questo viene meno, visto che Zaia ha voluto gravemente portare in capo alla Regione, e dunque ai cittadini, l’incertezza di un investimento che appare al limite dell’impossibile.
Per non trasformare la SPV nell’autostrada più costosa d’Italia, Zaia è costretto a far pagare anche i cittadini residenti. Fin dalla firma del secondo atto nel 2013 Zaia è colpevole di non aver modificato alcuna parte concernente il vantaggio del concessionario ma di aver modificato la parte riguardante l’esenzione dal pedaggio dei cittadini residenti. Far pagare i pedaggi ai residenti significa appesantire le famiglie vicentine e trevigiane: per un tratto da Breganze a Bassano un padre o madre di famiglia spenderà infatti 2 euro a tragitto. Moltiplicato per quattro sono 8 euro al giorno, pari ad oltre 160 euro al mese. E’ questa la giustizia veneta? Il ritorno dell’investimento per la Regione sarà quindi condizionato da quanti privati residenti utilizzeranno quest’opera. Se questi, per legittime esigenze economiche, sceglieranno soluzioni viarie alternative intasando ulteriormente il traffico locale, come pensa Zaia di ripagare l’opera?
Inoltre per 94 chilometri le aziende pagheranno quasi 30 euro di pedaggio per i mezzi pesanti: come potranno ammortizzare il costo del trasporto, prima gratuito? Si uscirà davvero dalla crisi e si risolleverà davvero il tessuto imprenditoriale con quest’opera? Facendo il confronto tra il tragitto Montecchio-Spresiano compiuto attraverso la Pedemontana e quello coperto attraverso le autostrade A4 e A27, si scoprono verità preoccupanti. In autostrada infatti si devono percorrere appena 10 chilometri in più rispetto alla Pedemontana, con tempi di percorrenza e con costi del carburante che sono pressoché identici. L’unica differenza? Il pedaggio: ad esempio, con un'auto, per percorrere la Pedemontana si spenderà infatti quasi il doppio: 15,9 euro contro gli 8,4 attuali dell’autostrada. E’ questo il grande risparmio che ci propone la Pedemontana? Non è competitiva e quindi neanche economicamente attrattiva.
In questo caso non si parla solo di promesse elettorali non mantenute, ma di un’opera realizzata a piccoli tratti, giusto per rendere impossibile la revisione del progetto. Un’opera che appesantirà i cittadini che verranno privati di strade gratuite per sostituirle con una a pagamento. Un’opera che avvantaggia il privato e mette a rischio il pubblico, ovvero i cittadini. Quale privato non investirebbe a queste condizioni? Ecco perché la Pedemontana può solo chiamarsi come investimento al limite dell’impossibile.
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