#PFAS E ANALISI DEI POZZI PRIVATI: A RISCHIO LE AZIENDE AGRICOLE.
CHI PAGHERA' I COSTI? LO CHIEDO ALLA GIUNTA NELLA MIA INTERROGAZIONE!
Forse ogni agricoltore o allevatore dovrà comprare e gestire autonomamente uno dei costosissimi filtri così da poter irrigare o abbeverare gli animali, per evitare la chiusura del proprio pozzo e quindi la conseguente chiusura dell'azienda?
Ho depositato un'INTERROGAZIONE per chiedere alla GIUNTA se ha programmato misure a sostegno, anche finanziario, degli agricoltori che rischiano pesanti contraccolpi a causa dell’emergenza PFAS. (La potete scaricare qui)
Il 21 Marzo la Regione ha emesso una nota in cui si obbliga ad effettuare analisi dell'acqua dei pozzi privati semestralmente per le aziende agricole e annuali per gli allevamenti.
In caso di livelli superiori alla NORMA, si procederà con la chiusura dei pozzi e con eventuali nuove misure volte a garantire la qualità delle acque (con filtri o nuovi approvvigionamenti, si presume).
La domanda allora sorge spontanea: CHI PAGHERA' I COSTI che gli agricoltori dovranno sostenere nella fase di autocontrollo dell'acqua dei pozzi privati e nell’adeguamento in caso di valori PFAS superiori ai limiti consentiti? LA REGIONE HA PREVISTO FORME DI SOSTEGNO ANCHE FINANZIARIO PER EVITARE CHE LE NOSTRE AZIENDE AGRICOLE RISCHINO LA CHIUSURA a causa di un inquinamento di cui non sono responsabili? Quindi la Regione non si fa problemi ad aggiungere COSTI DI PRODUZIONE agli agricoltori, rinfaccia al Governo di non destinare finanziamenti (PS: la regione non ha mai chiesto aiuto finanziario al Ministero per la questione PFAS, perchè fino al 22 marzo 2016 per la Giunta tutto era sotto controllo e non c'era nessun pericolo per la salute pubblica), ma alla fine la Regione non ha nessuma intenzione di istituire un fondo per la bonifica dell'area o per i filtri pubblici.
Spero che in tal senso sia stato elaborato un progetto, altrimenti sarà un’altra iniziativa fatta solo per lavarsi le mani da eventuali responsabilità!
Vi allego il mio comunicato e il testo dell'interrogazione.
Voi cosa ne pensate? Ditemelo su scrivimi@cristinaguarda.it