Cristina GuardaIl Blog di Cristina Guarda

PFAS E INQUINAMENTO: RIVEDERE IL MODELLO PRODUTTIVO VENETO, SERVONO NUOVE REGOLE

Inquinamento e Pfas: “Rivedere modello produttivo veneto. Regione intervenga per determinare nuove regole”.

La vicenda legata ai Pfas è l’ennesimo richiamo a rivedere completamente il modello produttivo veneto. Un’esigenza denunciata anche in Consiglio regionale e ben prima della battaglia che sto conducendo in questa legislatura: da decenni infatti si continua a mettere in secondo piano la tutela dell'ambiente, e quindi dei cittadini, per dare priorità agli interessi economici. Richieste e battaglie di lungo corso affrontate nella consapevolezza che è dannosissimo autorizzare le aziende a produrre o usare sostanze chimiche pericolose o emergenti, di cui non si conoscono gli effetti su ambiente e salute, in zone fragili. Principalmente in zone di ricarica della falda o in zone di corsi d'acqua con poca portata.
 

Siamo in tanti a dire, da molti da anni, che realtà come Miteni (che produce Pfas e Benzotrifloruri), o come le aziende galvaniche e le concerie (che rilasciano cromo esavalente), o come le aziende che usano solventi clorurati come la trialina, devono essere spostate in zone che non mettono a rischio la nostra acqua, che usiamo per bere o per coltivare.

Non possiamo pensare che i soli consorzi di depurazione siano sufficienti per risolvere questa emergenza generale: occorre rivedere luoghi e modi della produzione, incentivando la gestione differenziata delle acque reflue dei processi produttivi e, magari, dei processi produttivi a ciclo chiuso.

 

La Regione può intervenire sui modelli produttivi, inserendo nei piani regolatori limiti che tutelino veramente le zone di ricarica e non solo in caso di inquinamenti accertati. Bisogna inoltre regolare le autorizzazioni a produrre sostanze chimiche emergenti, preferendo le zone a valle, così come avviene per le discariche.

La Regione Veneto, dunque, deve e può fare molto per cambiare questo modello produttivo. Dando priorità alla nostra salute e al nostro ambiente. Si tratta solo di volontà politica, che purtroppo appare al momento molto flebile da parte di Zaia e dei suoi.

 

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