Cristina GuardaIl Blog di Cristina Guarda

PFAS - MITENI CERCA DI SCARICARE IL BARILE, MA...

Miteni gioca allo scaricabarile ed esibisce una ricerca al solo scopo di sollevarsi dalle proprie responsabilità puntando l’indice su altri. Siamo di fronte ad una ricostruzione ridicola: Miteni pensa davvero che siccome i Pfas sono ampiamente utilizzati nella zona allora le colpe devono essere distribuite equamente?


I dati e i documenti che Arpav e il Noe hanno rilevato chiariscono già la situazione ed è inaccettabile che Miteni cerchi di confondere le acque. Auspico quindi che Arpav prenda subito le distanze chiarendo la differenza tra inquinamento di acqua superficiale da quello gravissimo di una falda grande come il lago di Garda di cui Miteni si è resa responsabile.


L’azienda pensi piuttosto ad attivare il suo piano di riconversione industriale, annunciato già due anni fa e ad oggi nemmeno lontanamente attivato, invece di puntare il dito sulla filiera, che avrà comunque una responsabilità e un obbligo di sostituire i pfas nelle loro produzioni, come alcune aziende e alcuni stati stanno già facendo, ad esempio in Danimarca, dove l’EPA Danese e il Ministero, cercano di spingere le aziende ad un’uscita dall’uso delle sostanze perfluorinate.


Insomma, dobbiamo essere noi cittadini a ricordare a Miteni che tergiversare non li farà scagionare dalle responsabilità storiche di contaminazione delle acque da pfas, da benzotrifloruri e nemmeno da una responsabilità nella mancata denuncia della contaminazione, prima dello scoppio del caso?

(Qui il comunicato scaricabarile della Miteni)


Dai dati che potete leggere nel comunicato della Miteni, sarebbe anche curioso sapere quanti di quelle 100 tonnellate di Pfas alle aziende venete sono vendute dalla Miteni... a voi le riflessione del caso. scrivimi@cristinaguarda.it

 

 

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