Le pretese della Miteni avanzate con il ricorso al Tar sono vergognose. Segua esempio della DuPont, altrimenti rischia di danneggiare due volte i "paroni di casa: i cittadini”.
Quando un’azienda si insedia in un territorio dovrebbe avere prioritariamente rispetto e cura dei "padroni" di casa che sono i cittadini di quell’area. Basti pensare a realtà come la DuPont che, alla luce dell'inquinamento da Pfas e della class action nei suoi confronti, ha pagato di tasca propria le azioni di verifica e tutela ambientale e sanitaria, arrivando poi al patteggiamento e ad un risarcimento di ben 680 milioni di dollari a beneficio dei cittadini americani colpiti. E’ invece triste e vergognoso che Miteni attacchi continuamente gli enti pubblici che si stanno occupando delle attività di caratterizzazione e bonifica dei terreni.
Questa è la mia considerazione, assieme il mio collega Andrea Zanoni, alla luce del ricorso presentato al Tar del Veneto dalla Miteni, uscito sulla stampa oggi, e con il quale avrebbe quantificato in 98,5 milioni di euro i danni causati dagli interventi di Regione, Comune e Arpav.
Se Miteni ritiene di essere danneggiata non si rifaccia sugli enti pubblici e dunque sui cittadini già danneggiati dall’inquinamento, ma su chi nel passato gestiva il sito produttivo e ha causato una contaminazione di cui Miteni dice di non saper nulla.
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