Lo stato di emergenza per l’inquinamento da Pfas deciso dal Governo testimonia il fallimento della prova di autonomia nella gestione della materia ambientale.
Proprio oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, accogliamo positivamente la decisione del Governo di dichiarare stato di emergenza per l’inquinamento delle acque da Pfas.
Fanno però amaramente sorridere le affermazioni di Zaia che accusa Roma di aver perso tempo e parla di lungimiranza del Veneto che l’aveva chiesto lo scorso settembre. Peccato che già due-tre anni fa erano in molti, cittadini e associazioni in primis, a sollecitare la Regione a fare questo passo. Ma non è accaduto.
La decisione di Palazzo Chigi lancia un messaggio chiaro: è il fallimento della politica regionale nella gestione di tutta la questione legata alla contaminazione delle acque chiesti a gran voce da cittadini e politici negli ultimi cinque anni e attivati in parte solo negli ultimi mesi. Speravamo non si dovesse arrivare allo stato di emergenza, non ce ne sarebbe stato bisogno se la Regione avesse fatto della questione Pfas la priorità assoluta, agendo per il bene pubblico e facendo ciò che era ed è ancora necessario con celerità, a partire dalla sostituzione delle fonti inquinate e dalle operazioni di bonifica.
Oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, prendiamo atto della scelta del Governo ma soprattutto, di un gravissimo fallimento politico di Zaia e della sua Giunta quando invece avremmo potuto gioire per un acquedotto rifornito da acqua pulita.