“Sull'emergenza Pfas, è grave la goffaggine del M5S e della Lega. Bisogna prima riportare la tutela preventiva delle persone al centro dell’azione politica"
M5S e Lega, per motivi diversi, stanno affrontando l’emergenza Pfas con una preoccupante goffaggine, che di certo non rende ai cittadini quel servizio di tutela di cui avrebbero bisogno.
In primo luogo va ricordato che le richieste parlamentari dei pentastellati sono destinate all'interlocutore sbagliato, al governo e non alla Regione, ignorando ciò che già è stato messo in atto per supplire alla mancanza di regia regionale degli ultimi 4 anni.
Alcuni esempi? Chiudere la Miteni é atto di competenza regionale: potrebbe farlo la Regione attuando il Piano di Tutela delle Acque (PTA - leggi l'articolo) approvato dalla Giunta ma rinnegato dagli stessi assessorati che si rimpallano le responsabilità. L'alternativa alla chiusura esiste e si chiama delocalizzazione, sempre in Veneto ma in area più sicura, assieme all'avvio di progetti di conversione della produzione”.
Inoltre, i parlamentari 5 stelle chiedono al ministero il controllo degli scarichi industriali ma non tengono conto che lo stesso ministero richiese più di un anno fa alla Regione di intervenire sulla questione. Solo dopo la presentazione della mia mozione (firmata dai consiglieri di minoranza nel giugno 2016 e approvata poi all'unanimità) la Giunta ha provveduto ad agire sul controllo degli scarichi industriali. Tutto ciò senza poi provvedere a guidare le aziende nel gestire i reflui entro i limiti imposti.
Anche le richieste riguardanti i lavoratori di Miteni dimostrano l'impreparazione del M5S: il controllo sanitario è già in atto ed è di competenza regionale, mentre la conversione dell'attività aziendale, anch’essa non di competenza nazionale, è stata accennata in un incontro fra sindacati e assessorati competenti, ma da allora non si è avuta più nessuna notizia.
Non è da meno la Lega Nord che nei giorni scorsi ha organizzato a Lonigo un incontro a porte chiuse (niente cittadini) con i sindaci del territorio: nel gennaio scorso (sempre su iniziativa di Cristina Guarda) è stata approvata un'altra mia mozione che impegnava la Giunta regionale ad informare i cittadini e pianificare incontri con le amministrazioni locali. Ma, come di consuetudine, gli impegni sono rimasti sulla carta.
Ci prova allora il partito della Lega a tappare i buchi della goffa attività regionale che, a parte qualche sussulto locale se ne è lavato le mani negli ultimi 4 anni, agendo anche a Lonigo solo per slogan: ‘Va tutto bene, abbiamo messo i filtri, vogliamo i soldi di Roma, Roma ladrona!’.
E pensare che negli anni è stata chiesta una presenza sul territorio di chi ricopre ruoli istituzionali in Regione per instaurare un dialogo diretto con i cittadini e che l’assenza è stata supplita dalla buona volontà di Arpav e Ulss, mentre l'Assessore, che dovrebbe essere a servizio di tutti i cittadini, presentandosi nella "zona rossa" solo su richiesta del partito, testimonia la faziosità politica con cui ha scelto di affrontare il grave problema, scaricando sempre le responsabilità sugli altri, dimenticandosi di precisare i ritardi cronici che hanno rallentato la fase delle soluzioni di cui la Regione è responsabile.
Meno male che ha dedicato qualche minuto ad uno scarno confronto con una rappresentanza di Mamme contro i PFAS, accorse dopo essere state informate all'ultimo della straordinaria venuta e non ammesse all'esclusivo incontro.
Ma siamo purtroppo all’insufficienza piena. Bisogna riportare la tutela preventiva delle persone al centro dell’azione politica, finanziando con risorse che il governo nazionale ha già messo a disposizione per la progettazione del collegamento dei nostri acquedotti a nuove fonti prive di Pfas.
Un’azione prioritaria che è stata rimandata dalla Regione per troppo tempo.
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