Pfas: “Zaia trasforma in eccellenza un calvario di ritardi e di confusioni”.
Zaia si vanta di essere riferimento nazionale, ma in realtà spaccia per eccellenza un calvario di ritardi che, sull’emergenza Pfas, sono durati anni e continuiamo tuttora a pagare.
Oggi leggo le dichiarazioni del presidente del Veneto in merito ai dati diffusi dalla Regione toscana sui campionamenti delle acque e i superamenti delle sostanze perfluoroalchiliche e trovo veramente fuorviante il tono da ‘mal comune, mezzo gaudio’ con il quale Zaia affronta la questione evidenziando che quello dei Pfas non è un problema solo Veneto.
Ciò che invece va detto è che il Veneto si distingue per una contaminazione della falda acquifera che danneggia 350.000 abitanti e un'emergenza sanitaria che non ha paragoni in Italia. Va bene fare squadra con le altre Regioni sulla contaminazione ambientale, ma non con questo atteggiamento da primo della classe con cui il Presidente sembrerebbe voler derubricare la situazione veneta, scoperta nel 2013, rivendicando azioni fatte solo nell'ultimo anno e mezzo.
E pensare che fino a marzo 2016 la sua maggioranza e gli assessori minacciavano di denunciare chiunque parlasse di allarme Pfas nel territorio a cavallo fra Vicenza, Verona e Padova.
Qui sotto potete scaricare le slides di presentazione sullo stato delle ricerche di Pfas in Italia, in cui si riportano i valori delle contaminazioni delle acque superficiali dei principali fiumi italiani. Resta ancora un mistero del perchè in regione Veneto, quando la maggioranza parla delle altre regioni indichi sempre la Toscana, mentre a Milano e soprattutto a Lodi, c'è una evidenza della presenza di perfluoro-alchilichi negli acquedotti.
(Clicca qui per scaricare il documento "PFAS in Italia: Concentrazioni nei principali bacini e Standard di qualità ambientale")
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