Siccità: “La Regione richiami anche l'industria nei consumi di acqua, non limiti solo la già sacrificata agricoltura”
Nel pieno di questa emergenza legata alla siccità, il settore agricolo sta facendo grandi sforzi per utilizzare in maniera intelligente e senza sprechi una risorsa così fondamentale. Ma la Regione sta mettendo sotto controllo anche le attività industriali per contenere al massimo il consumo di acqua?
I dati forniti da Arpav sono allarmanti soprattutto sul fatto che le falde venete, di solito ricche, stanno perdendo 0,3 metri d’acqua ogni mese: secondo gli esperti si tratta di un’enormità. A fronte di questo scenario va detto che proprio il comparto industriale, con i prelievi forzati, contribuisce in misura più che rilevante ad abbassare il bilancio idrico delle falde, mai abbastanza compensato con le piogge naturali”.
Ricordo che l'agricoltura fa già molto per coprire i buchi creati dal comparto industriale: ci sono strumenti pensati a servizio della produzione agricola, come il Consorzio leb che fornisce 6 mq al secondo di acqua per vivificare i fiumi contaminati dai risultati degli scarichi industriali: non basta la bonifica dei residui delle produzioni, l'agricoltura deve già rinunciare a enormi quantità di acqua preziosa per l'irrigazione, consentendo così la continuazione della produzione industriale. Proprio per questo ci vorrebbe sempre più attenzione nei confronti degli agricoltori: non mettiamoli in difficoltà di fronte a un periodo di siccità, senza richiedere almeno equità nelle rinunce e nei sacrifici.
Ed in conclusione oltre che ai privati e agli agricoltori, la Regione stringa anche sull’industria con controlli e indicazioni chiare che abbiano come obiettivo quello del risparmio idrico: esattamente ciò che già accade con il settore agricolo e con norme che in questa fase emergenziale sono già applicate dallo scorso 4 aprile.