Cristina GuardaIl Blog di Cristina Guarda

Terme di Recoaro #4 - Salta la firma. La Regione si assuma le sue responsabilità

 

Salta la firma per la gestione delle Terme di Recoaro:

“La Regione si assuma le sue responsabilità per aver messo in ginocchio il territorio recoarese”

 

Dopo aver chiesto alla Giunta regionale, con un’interrogazione dello scorso settembre (la trovate qui), di attivarsi per salvare il turismo alle Terme di Recoaro, dopo le false promesse e le richieste di garanzia e di un Business Plan all’Associazione ViviRecoaro formata da cittadini locali pronti ad investire nel loro territorio, dopo aver preso in giro imprenditori e abitanti di Recoaro e della Valle dell’Agno con un bando che non aveva una visione futura ma cercava solo soldi privati per recuperare il buco di bilancio escludendo la progettualità in house del territorio, ecco che arriva la beffa! Niente firma per la gestione del compendio tra SVEC Società Veneziana Edilizia Casalgrande spa e ‘Recoaro Benessere Terme srl’, e così ora il tempo limite è scaduto…e la stagione non è partita!

Critico il modo in cui la Regione, il liquidatore Nicola Serafini e l'ex-amministratore unico delle Terme Recoaro srl, Luigino Tremonti, ora liquidatore di Svec spa, hanno gestito il progetto di rilancio del compendio termale. Per la prima volta la stagione turistica delle Terme di Recoaro rischia di non partire e comunque fortemente in ritardo (Attualmente l'apertura è stata posticipata al 19 giugno e sarà gestita direttamente da Svec). Se il compendio rimanesse chiuso per una stagione, le Terme avranno moltissime difficoltà a ripartire da zero e così anche gli ormai pochi affezionati utenti turistico-sanitari, che usufruivano delle cure idroponiche, migreranno verso altri complessi termali.

E sarà un nuovo duro colpo per il territorio, che sta già pagando 30 anni fallimentari della gestione turistica termale da parte della Regione, la quale controlla il 100% della società Recoaro Terme Srl. Molte promesse e nessun investimento, neanche durante i periodi di ‘vacche grasse’ negli anni passati. D’altronde cosa ci si poteva aspettare da una società finita in liquidazione, controllata e inglobata nella SVEC, anch’essa in liquidazione? In casi come questo ognuno fa i propri interessi di bilancio e mai quelli dei cittadini e del territorio”.

 

Mi auguro che questa sia l’occasione di un giro di boa, con cui la Regione torni sui suoi passi, valorizzando le risorse del territorio e su coloro che veramente tengono al bene della loro comunità. Che le Terme tornino a splendere, allora, ma non nelle mani di amministratori o liquidatori lontani, bensì nelle mani di chi nelle Terme riconosce un’opportunità di crescita del territorio. Che la Regione faccia un passo in dietro e ritorini a dialogare con ViviRecoaro.

Credo anche che ormai sia giunto il tempo di tirare le somme sull’operato dell’amministratore unico, ora liquidatore unico di Svec, Luigino Tremonti, si dimetta per via della sua fallimentare gestione. E probabilmente non dovrebbe essere il solo. La Regione ha tradito i cittadini e d’ora in poi avrà con loro un debito incolmabile. La Giunta dovrebbe fare mea culpa per aver messo in ginocchio una realtà territoriale che ha perso tutta la sua attrattività turistica e dunque tutto il conseguente ritorno economico e il lavoro, che una proposta turistica qualificata ed efficace avrebbe creato.


In Regione serve una vera politica per il turismo. Più volte in campagna elettorale del 2015 è stato ribadito questo punto: il Veneto è fortemente attrattivo per il mare, il lago di Garda e il patrimonio storico-architettonico delle città, ma è privo di una politica di sviluppo del turismo del territorio interno e contro la destagionalizzazione. Il Veneto in pratica vive di rendita e chi governa non si rende conto che quel 10% di PIL regionale prodotto dal turismo potrebbe diventare il 15% in pochi anni (con il conseguente aumento di posti di lavoro) se solo la politica del centrodestra che ci governa si svegliasse. Ma intanto siamo qui a leccarci le ferite e alle Terme di Recoaro, l’anno scorso, hanno perso il lavoro anche gli ultimi dipendenti del compendio.

 

Se volete leggere delle vicessitudini, iniziate a settembre 2015, sul caos prodotto da una Regione che non vuole ascoltare i cittadini e gli imprenditori locali, disposti a investire i propri soldi nel loro territorio, leggi i miei precedenti post:

TERME DI RECOARO #1 - LA GIUNTA SI ATTIVI, PERCHE' IL RILANCIO E' POSSIBILE!

TERME DI RECOARO #2 - IL TURISMO TERMALE AL BIVIO!

TERME DI RECOARO #3 - ESCLUSI I CITTADINI E GLI IMPRENDITORI

 

Se volete mandarmi commenti o dirmi come la pensate, la mia mail è scrivimi@cristinaguarda.it

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