Cristina GuardaIl Blog di Cristina Guarda

Valdagno PUNTO NASCITE: AZIENDA ZERO O DIALOGO ZERO? IL MODELLO VENETO SCHIACCIA IL SAN LORENZO

 

Dall'Ospedale di Valdagno all'Azienda Zero: ora il PUNTO NASCITE e poi l'OSPEDALE? Questo sarà il modello veneto che schiaccia il San Lorenzo?

SICURAMENTE I SINDACI NON CONTANO PIU' NULLA E LA REGIONE NON LI ASCOLTA PIU'!

 

Valdagno è l'esempio di come sarà l'Azienda Zero voluta dal Governatore Zaia, i Sindaci conteranno sempre meno in tema di sanità. Non è una riflessione casuale, ma quello che sta accadendo con il punto nascite di Valdagno e ciò che accadrà sempre più frequentemente in tutto il Veneto. Oggi in Consiglio regionale si parlerà appunto della riforma sanitaria regionale e dell'Azienda Zero.

Valdagno è l'esempio eclatante di come le conferenze dei Sindaci non avranno più senso di esistere e saranno ridotte a semplici aule di consultazioni di opinioni, senza nessuna voce in capitolo. Il vero rischio è che il territorio non avrà più voce.

Le mamme e i cittadini dei sei Comuni che gravitano attorno a Valdagno hanno ragione a chiedere a gran voce che il punto nascite rimanga al San Lorenzo, perché  l'ospedale esiste per servire una popolazione che vive in una valle montana, con residenze diffuse su contrade e rilievi collinari e montuosi, persone che saranno costrette a percorrere lunghe distanze per recarsi in altri ospedali di zona.

Per giustificare la chiusura del servizio a Valdagno e lo spostamento temporaneo ad Arzignano, il Governatore Zaia scarica il barile sul Governo che ha fissato a 500 il numero delle nascite minime per tenere aperto un reparto natalità (un atto firmato, tra l'altro, nel 2010 dal Governo Berlusconi e Lega), ma si dimentica che si può e si deve indicare il San Lorenzo come ospedale di montagna, come è accaduto per Asiago e Pieve di Cadore, il che consentirebbe di tenere aperto il punto nascite.

Una volta spostato, difficilmente il punto nascite tornerà al San Lorenzo: tagliare i servizi costa meno di garantirli e Venezia l'ha imparato da tempo, visto che preferisce recuperare i fondi della sanità per finanziare i continui Project Financing sanitari. Ma temo anche una situazione più grave: quando diverrà operativo il nuovo ospedale a Montecchio e l'ortopedia tornerà in sua gestione, senza di essa e senza il punto nascite che fine farà il San Lorenzo? La domanda è lecita, ma la risposta ad oggi non è data a sapersi. Forse la pianificazione a lungo periodo manca o forse non conviene renderla nota.

Spero dunque che la maggioranza prenda in considerazione di classificare il San Lorenzo come ospedale di montagna, tenendo conto dell'ubicazione e del contesto geografico in cui si trova. Sarebbe la soluzione giusta per mantenere un servizio importantissimo, a tutela delle famiglie e delle mamme.

 

Se volete aggiungere considerazioni contattatemi su scrivimi@cristinaguarda.it

 

 

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