Covid-19 – Case di riposo: serve una commissione d’inchiesta regionale
Ho promosso, assieme ad alcuni colleghi, l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle strutture per anziani del Veneto non appena la fase dell’emergenza sarà conclusa, se vi saranno le condizioni tecniche per farlo.
Dobbiamo sapere cos’è successo nelle case di riposo e nelle RSA, ricordando che più di un terzo dei morti per coronavirus si è registrato proprio lì, il 36%.
In Veneto sono 80.000 gli anziani non autosufficienti e 30.000 vivono ospiti nelle case di riposo: assieme ai Sindacati, immediatamente, avevamo sollecitato un’azione straordinaria, a marzo, in loro protezione.
Purtroppo si è confermata la distanza della Maggiornaza da questo settore, testimoniato in questi anni dall’assenza della riforma tanto richiesta e attesa, la cui mancanza ha provocato non poche conseguenze economiche e sociali per le strutture, sovraesposte, dipendenti, sottopagati, e famiglie, sotto l’incudine di rette a peso d’oro da pagare.
Oggi la situazione è peggiorata. Il Covid ha messo in ginocchio intere strutture in tutto il Veneto, facendo emergere la grande assente, la Regione, che non ha aiutato nemmeno nell’acquisto, almeno a prezzo calmierato, di Mascherine e altri dispositivi di protezione. Ciò nonostante, secondo l’art. 11 dell’accordo contrattuale è la Regione a dover gestire i costi aggiuntivi per DPI e sanificazioni, in caso di infezioni, etc…
Abbiamo depositato in consiglio regionale una proposta di deliberazione amministrativa per la “Istituzione di una commissione speciale d’inchiesta sulla gestione delle RSA e delle case di riposo per anziani in relazione alla pandemia da SARS-COV-2“.
Tre sono gli obiettivi:
- capire cos’è successo, anche per una questione di giustizia nei confronti delle vittime e dei parenti;
- capire cosa non ha funzionato, perché in alcune strutture la situazione è più grave che in altre;
- evitare che capiti in futuro.
Vogliamo che queste mancanze vengano superate per i mesi che ci separano dal vaccino anti-Covid.
Vogliamo che gli operatori siano protetti nello svolgere il proprio lavoro e non contagino gli ospiti, che stanno già accettando un faticoso isolamento da ormai 2 mesi, pur di non essere sottoposti al rischio contagio dai propri familiari.
Vogliamo che questa durissima situazione apra gli occhi alla Lega e alla maggioranza: non si può continuare a gestire le case di riposo pubbliche senza la Riforma della legge regionale che le riguarda. Condannarle a operare in condizioni nettamente più sfavorevoli di quelle private, con tasse più pesanti e risorse invariate da più di 10 anni è da aguzzini, non istituzioni democratiche e attente al welfare.
La proposta di delibera amministrativa è stata sottoscritta anche dai consiglieri del Partito democratico e del Movimento 5 stelle, resta da parte nostra la speranza di una condivisione da parte di tutto il consiglio regionale. Di fronte alla strage che si è verificata nelle nostre case di riposo, la sensibilità e l’attenzione devono essere unanimi.
(Dal comunicato stampa congiunto coi consiglieri del Coordinamento Veneto2020, Patrizia Bartelle -IIC- e Piero Ruzzante -LeU-)
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