Covid-19 – Stop attività non emergenziale e aumentare i presidi di difesa per i sanitari.
Chiedo alla Regione un chiaro e univoco cambio di passo organizzativo: Si stanno riducendo, e di quanto, le attività non direttamente correlate alla medicina d’urgenza ed alla risoluzione dei casi acuti?
Perchè è necessario non esporre il personale sanitario ed i pazienti a contagi evitabili, e concentrare uomini, donne e risorse sul fronte dell’emergenza: ne va della vittoria di questa battaglia in cui tutti noi stiamo dando il massimo.
Certo spostare più in là le visite ambulatoriali, gli interventi programmati e non urgenti creerà qualche disagio, ma so che i nostri concittadini sapranno capire: i veneti hanno un grande cuore e sapranno accettare qualche sacrificio in questo momento davvero difficile in cui ogni sforzo è prezioso e che un cambio di passo organizzativo è necessario.
Per questo sollecito ancora una volta indicazioni chiare ed univoche per gli ospedali di tutto il territorio, oltre agli studi privati e alle realtà convenzionate.
Chiedo questo all’assessore Lanzarin ed al presidente della Giunta regionale Luca Zaia, per dare attuazione alle molte richieste che pervengono dagli ospedali, in primis la riorganizzazione dei servizi non urgenti sul piano assistenziale e poi contemporaneamente la quantità e qualità adeguata dei presidi sanitari.
Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale, credo che sia importante che Azienda zero non significhi zero mascherine. Occorre garantire guanti e tutti i presidi protettivi che in questi giorni fanno la differenza tra la vita e la morte nelle corsie dei nostri ospedali.
Gli strumenti indispensabili per gli operatori non possono mancare o essere contingentati innanzitutto per rispetto a chi è in prima linea ed a cui va tutta la mia, nostra gratitudine: la responsabilità di quegli approvvigionamenti e della programmazione delle forniture dipende direttamente dalla Regione dopo le recenti modifiche organizzati conseguenti all’istituzione dell’Azienda Zero.
Come sta funzionando questo centralismo voluto da Zaia e spacciato come la soluzione a tutte le inefficienze organizzative della sanità veneta? Non dovremmo aspettare che sia la Cina a donarci tute integrali e gli altri presidi. Credo che questa domanda abbia diritto ad una risposta diretta e documentata dai numeri, dato che già prima dell’emergenza, in Consiglio, la minoranza aveva chiesto aggiornamenti.
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