Emergenza sanitaria in Veneto – Dopo il Covid-19 liste d’attesa ‘ingolfate’
C’è evidentemente una emergenza ben più seria di quella, ormai alle spalle, del Covid-19, quella delle liste d’attesa e dei contraccolpi del lock down sul resto della sanità veneta.
Lancio una provocazione precisa al presidente della Giunta Regionale Zaia. Credo che per Zaia, sia giunta l’ora di uscire dal bunker della Protezione Civile, da dove parla per il consueto punto stampa, più di pulcini, disegni dei bambini e compleanno di centenari, piuttosto che delle misure di contrasto al coronavirus.
Mi piacerebbe che il Presidente Zaia andasse, dove sarò io nei prossimi giorni, ovvero, all’Ospedale di Asiago, dove ieri un paziente che doveva subire un intervento chirurgico, è stato rimandato indietro poiché dell’equipe in sala operatoria era presente solo l’anestesista.
Invito il Presidente Zaia, ad ascoltare la voce dei sindaci, un esempio di come sia diventata un’odissea, fare un piccolo intervento al cuore, per i 200mila abitanti della zona della bassa padovana, visto che a prenotare in questi giorni alcune prestazioni, a carattere di urgenza, siano rimbalzate all’Ospedale di Camposampiero e non solo, prenotate verso l’autunno inoltrato.
C’è un sistema ‘ingolfato’ da inevitabili colli di bottiglia creatisi durante la quarantena.
Questi problemi non possono essere risolti da nessuno in Protezione Civile, basta una civile e buona politica del fare: l’opposto delle dirette televisive dove troviamo il gigione e le strizzatine d’occhio su facebook.
Da 100 giorni, i veneti con problemi sanitari diversi dal coronavirus sono lasciati soli. Fino a quando saranno, in tutti i sensi, pazienti?
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