Farmacie in Veneto – Novità e considerazioni sulla nuova disciplina
Oggi in Consiglio regionale abbiamo votato la nuova disciplina sulle farmacie e la legge quadro sulla cultura.
Quest’ultima va a riconosce il settore produttivo e riorganizza le norme per facilitare la vita del mondo dello spettacolo, dell’arte, dei 315 istituti museali ed a favore dei 9 mln di visitatori. La filiera culturale ha una capacità economica di grande rilievo, con un volume di affari di 700 milioni di euro. Di questo però aggiornerò domani, oggi vi condivido alcune considerazioni sulla nuova disciplina sulle farmacie in Veneto.
La nuova proposta per le Farmacie, aggiorna la ormai obsoleta e anacronistica Legge del ’94.
Le principali novità sono:
- L’obbligo del farmacista dispensare dispositivi medici, latte e alimenti per la prima infanzia, ma anche l’obbligo del cliente di corrispondere il diritto addizionale.
- L’eliminazione del periodo ferie minimo delle farmacie
- Il portale Ulss apposito per segnalare le farmacie di turno
- L’obbligo di concordare i turni con le associazioni rappresentative
- La facoltà di indicare anche le farmacie di turno nelle ulss confinanti
- La modalità di espressione del periodo di ferie, anche se si prevede una certa difficoltà ad attivare la richiesta delle ferie nei termini del 31 ottobre e 30 aprile. Ma rimane comunque un congruo periodo per Asl di garantire il tempo utile per gestire la questione.
La nuova legge è sicuramente una risposta buona, concertata con il mondo dei farmacisti, che vuole dare maggiore chiarezza e efficienza al servizio offerto ai cittadini che contano su queste importanti strutture presenti nel nostro territorio.
Certo però che ciò non risolve i problemi che stanno a monte del complesso mondo farmaceutico:
- nelle aree rurali spesso non vengono autorizzate nuove farmacie;
- alcune sono vacanti, soprattutto perchè le condizioni economiche non sono tali da indurre il farmacista imprenditore ad intraprendere questa attività in certe località.
Infatti rimangono scoperti, molti territori periferici: per questo bisognerebbe ragionare in termini di presidi rurali, proprio perchè le farmacie, assieme ai medici di base, rimangono i punti di riferimento sanitario più vicini ai cittadini.
La farmacia, non è solo l’utile punto di vendita commerciale di farmaci, medicinali senza ricette o per la cura e il benessere del nostro corpo, ma ha in primis un grande ruolo sociale. E’ un luogo in cui il cittadino non si sente solo, ma accompagnato da validi consigli, supporto e monitoraggio ad esempio di pressione e diabete, con professionisti che responsabilizzano il malato a rivolgersi al medico, ad avere attenzione per la propria salute, senza accontentarsi di facili soluzioni temporanee.
Questa proposta è comunque un passo avanti, ma ne servono molti altri.
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