Il gioco d’azzardo è un’emergenza sociale. Dalla politica servono fatti e non parole.
Nel 2016 gli italiani hanno speso 95 miliardi nel gioco d’azzardo, 3.012 euro ogni secondo. Sono numeri drammatici che interrogano la politica, a ogni livello. Anche la Regione deve passare dalle parole ai fatti, non limitarsi alla propaganda. Vorrei quindi riaccende i riflettori su quella che è una vera e propria piaga, affinchè non rimanga nel dimenticatoio.
È una vera e propria emergenza sociale, perchè le famiglie spendono ormai in slot machine e videopoker più del doppio di quanto non facciano per tasse, rette e trasporto scolastico. In Veneto le persone affette da ludopatia sono circa 30mila, un’enormità. Nel 2015 sono state introdotte misure ad hoc nella Legge di stabilità ancora in parte inapplicate, altri soldi stanziati dal Governo sono fermi da mesi.
A questo bisogna aggiungere la presenza, più o meno occulta, della criminalità organizzata, che in questo settore lucra moltissimo, come evidenziato anche dalla relazione della commissione Antimafia. Nei giorni scorsi si è riunita per la prima volta la Commissione per la prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo promossa da Anci Veneto, speriamo sia un buon punto di partenza.
“Ma se la politica deve intervenire, anche noi come cittadini dobbiamo svolgere un ruolo attivo, senza limitarci all’indignazione sui social. Non possiamo restare indifferenti quando facciamo colazione al bar o beviamo uno spritz a fianco di persone che passano il proprio tempo attaccati alle slot machine e che vivono, più o meno consapevolmente, un vero e proprio dramma.
Un piccolo, ma importante passo è incoraggiare la scelta di baristi, tabaccai e commercianti che hanno deciso di rinunciare a queste macchine e quindi a un profitto sicuro, per rispetto dei propri clienti.
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