Regione sul 5g ferma come avvenne con i Pfas
Per il 5G la Regione Veneto esiga monitoraggio e informi i cittadini!
A dirlo la Consigliera regionale Cristina Guarda con i colleghi Bartelle e Ruzzante, del Coordinamento Veneto2020: chiedono alla Giunta Zaia di muoversi sul piano della prevenzione
“Il Veneto sta correndo un rischio enorme, quello di ricadere nell’incubo di una tecnologia che sembra affidabile, specie perchè mancano studi di medio e lungo termine ma, soprattutto, dei metodi richiesti per legge per monitorarla e agire in immediata protezione delle persone.
Anche in Italia, dopo gli States, sta arrivando la nuova rete per la telefonia mobile, partendo dalla sperimentazione. Ma sulla tecnologia 5G mancano tutele e informazioni sanitarie: ci viene venduto come grande innovazione, ma alla gente comune non servirà se non ad aumentare i rischi di contaminazioni ad oggi sconosciute.
La Regione ha intenzione di intervenire con misure preventive, aiutando i Sindaci e cittadini prepccupati?
Non lo sappiamo ancora: eppure sono mesi che lo abbiamo chiesto in Consiglio regionale. L’amministrazione Zaia ha la responsabilità della salubrità dell’ambiente, già compromessa sul piano di ciò che ci tocca respirare ogni giorno.
Ritengo necessario che non si consentano installazioni e sperimentazioni senza alcuna tutela, controllo e garanzia scientifica: non si tratta di allarmismo, ma di protezione preventiva.
Non possiamo esporre i cittadini a smog alle acque inquinate, aggiungendo anche l’elettro-inquinamento e aumentando la l’esposizione a rischi, specie i bambini”.
A dirlo la consigliera regionale Cristina Guarda con i colleghi Bartelle e Ruzzante del Coord. Veneto2020, che torna a stimolare la Giunta a riferire cosa stia emergendo sul fronte delle emissioni elettromagnetiche collegate alle nuove tecnologie 5G.
“Una recente sentenza del tribunale di Cremona riconosce dal punto di vista giudiziario la relazione tra l’uso del cellulare e l’insorgenza di alcuni tumori – ricordano i consiglieri – ci domandiamo cosa aspetti la Regione a prendere delle misure che per una volta potrebbero essere preventive invece di agire come sempre dopo che le emergenze si sono manifestate.
L’esperienza Pfas dovrebbe insegnare che aspettare siano altre istituzioni ad obbligarci ad azioni di protezione, può essere la peggiore scelta politica e ci sono i modi per evitare queste gravi leggerezze: non ci venga detto che è impossibile intervenore, perché la Giunta lo diceva anche sui limiti cautelativi Pfas, per poi invece indicarli prima delle votazioni per il referendum sull’autonomia”.
Non voglio che il mio territorio paghi il ritardo di una visione politica preventiva
“e come Veneti non possiamo che essere decisi e coraggiosi – aggiunge Cristina Guarda, consigliera in prima fila sulla lotta a Pfas e inquinamento ambientale in Veneto -, la sperimentazione è già stata avviata, ma sulla tecnologia 5G non ci sono studi e verifiche che a monte dovevano fornire una valutazione del rischio sanitario derivante da una massiccia installazione di nuove antenne per la telefonia mobile che, inevitabilmente, andranno a sommarsi a quelle esistenti.”
I tre Consiglieri concludono ribadendo: “Chiediamo semplicemente alla Giunta, quali misure intende assumere per tutelare in maniera preventiva, anche attraverso campagne informative specie per le famiglie con bimbi, la popolazione da eventuali effetti negativi provocati dall’elettromagnetismo e dalla tecnologia 5G”.
Grazie Cristina, questa è una battaglia doverosa, sommare ai fattori inquinanti anche la forte esposizione che avverrà con il 5g, già alta oggi con le attuali tecnologie e senza un vero controllo, è una follia.
IL 5G opera sulla frequenza dei 700 MHz (in uso attuale nelle frequenza televisive, verrà liberata nel 2022 o prima ancora lo spettro,da verificare al Mise).
L’altra frequenza è quella a 3700 MHz (alta frequenza) in uso al ministero della difesa (uso militare) e negli stati uniti viene impiegata per usi militari (anche per allontanare le persone che protestano all’esterno della base, lanciando un fascio di frequenza creando disturbi nell’essere umano, all’insorgenza di tumori).
Manca uno studio ma in Itaglia si fa finta di niente, ma per coprire con i 3700 MHz abbiamo bisogno di più antenne vista l’alta frequenza.
Nell’attuale frequenza del Gsm, Umts e LTE fa molto male avere il telefono attaccato all’orecchio e (peggio ancora) con i dati sempre attivi.
Mantenere almeno 5 cm qualsiasi dispositivo lontano dal nostro corpo, evitare di tenere i telefoni in tasca o (peggio) nel taschino vicino al cuore.
Ognuno, faccia quello che vuole, io ho detto la mia.