Sanità veneta e fuga dei medici: in Veneto una irresponsabile dicotomia tra Sanità e salute dei cittadini.
Zaia può snocciolare numeri a piacimento, ma quando i Veneti entrano in ospedale sanno perfettamente che il nostro sistema così non può reggere.
Fuga dei medici e del personale sanitario dalle strutture ospedaliere pubbliche del Veneto, sul caso ho presentato una nuova interrogazione in Consiglio regionale.
Se siamo riusciti a reggere la pesantissima onda d’urto dell’emergenza Covid lo dobbiamo a tutto il personale sanitario della nostra regione.
Ma se durante la prima ondata ci riferivamo a loro appellandoli come angeli, eroi, etc., oggi emerge in modo dirompente la triste realtà: i camici bianchi, e non solo, denunciano un trattamento che li costringe sempre più spesso ad abbandonare le strutture ospedaliere pubbliche venete.
A tutto questo si aggiungono le parole, o meglio i numeri, del Presidente Zaia, il quale sminuisce un malessere diffuso e una denuncia senza precedenti da parte del personale ospedaliero.
Purtroppo non si tratta solamente di una fuga verso il privato alla ricerca di un trattamento economico migliore, ma anche di condizioni di lavoro insostenibili a causa della carenza di organico e di turni massacranti.
Dopo un certo numero di ore di lavoro si abbassa l’attenzione con conseguenti rischi per i pazienti e le responsabilità sempre maggiori, con tanto di esposizione a denunce che costringono a ricorrere a salate assicurazioni personali.
Non possiamo fingere indifferenza o fare spallucce difronte a chi, dopo anni di servizio e una comprovata vocazione medica, decide di abbandonare il proprio lavoro perché divenuto umanamente insostenibile.
Le sperequazioni stipendiali non si registrano solamente tra sanità pubblica e privata, ma pure tra le diverse aziende ospedaliere venete.
Fatto già denunciato da alcuni Consiglieri regionali di minoranza oltre un anno fa e su cui ho presentato una nuova interrogazione in Consiglio per chiedere all’Assessora regionale alla sanità di riferire sull’attuale situazione.
La carenza di ospedalieri, soprattutto in aree particolarmente esposte come chirurgia e pronto soccorso, rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema.
A pagarne le conseguenze saranno soprattutto i cittadini, perché vedranno scippato un loro diritto fondamentale, quello costituzionalmente garantito della salute.
Mentre dati piovuti dall’alto continueranno ad alimentare il narcisismo di una certa area politica, i cittadini dovranno pregare di non aver bisogno di cure nella nostra regione.
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