Sanità Privata – Presunte frodi ai danni della Sanità Veneta
Quando si privatizza la Salute, il rischio è questo!
Un’interrogazione regionale per chiedere al presidente Zaia:
1) quali sono gli accreditamenti istituzionali, oltre quelli sopra menzionati, rilasciati a favore delle strutture in gestione alla Sereni Orizzonti s.r.l. ai sensi della legge regionale 16 agosto 2002, n. 22;
2) quali controlli sono stati effettuati sugli accreditamenti istituzionali ottenuti dalla Serena Orizzonti s.r.l ai sensi della legge regionale 16 agosto 2002, n. 22;
3) quali controlli sono stati effettuati sulla regolare esecuzione delle convenzioni eventualmente stipulate da ciascuna ULSS con la Sereni Orizzonti s.r.l.
4) la Regione del Veneto si costituirà parte civile nell’eventuale processo che scaturirà dalle indagini in corso?
Alla notizia dei nove arresti eseguiti dalle Fiamme Gialle di Udine, assieme a perquisizioni e sequestri per 10 milioni di euro nell’ambito di un procedimento per truffa aggravata in materia di spesa socio-sanitaria, ai danni dei bilanci delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia.
Se ci sono presunte frodi ai danni della sanità veneta, chiediamo quali verifiche siano state disposte e serve sapere se la Regione del Veneto si costituirà parte civile nell’eventuale processo che scaturirà dalle indagini in corso.
L’ipotesi è quella di una truffa milionaria ai danni dei bilanci di varie regioni italiane, tra cui il Veneto: la società indagata avrebbe beneficiato di contributi pubblici per 10 milioni di euro.
Somme indebitamente ricevute, secondo la ricostruzione degli inquirenti, in quanto la società avrebbe presentato alle Aziende Sanitarie delle rendicontazioni non veritiere rispetto ai servizi erogati.
Le parole della Guardia di Finanza sono illuminanti: “per massimizzare i profitti d’impresa, comprimevano al massimo il costo del personale di servizio impiegato ed erogavano prestazioni diverse per quantità e qualità rispetto agli standard normativamente e contrattualmente previsti, determinando una minore assistenza ad anziani e minori, anche a rischio di pregiudicarne il benessere e la salute”.
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