Una legge per la Famiglia – prima analisi e prime proposte

27 Febbraio 2020
News

La prossima settimana affronteremo un Progetto di Legge dal titolo significativo e urgente qualsiasi istituzione: “Norme a sostegno della famiglia e della natalità”.

La denatalità è una crisi che colpisce duramente la nostra Regione, ma è al contempo un tema su cui la politica, in generale, parla a fatica, più per slogan che per proposte concrete. Esige interventi coraggiosi!

In questi anni ne abbiamo parlato spesso in consiglio e personalmente, in squadra con altri consiglieri di opposizione, abbiamo rilanciato proposte ed innovazioni:
° sostegno economico, ° rete sociale intergenerazionale per la famiglia, ° sgravi per studenti e famiglie, ° piani di accompagnamento alla genitorialità, ° fondi per servizi sociali ordinari e straordinari, ° investimento ed innovazione nelle aree rurali.

Questa proposta di Legge, finalmente, va nella direzione giusta:

Raccoglie le misure attivate negli anni, spesso nemmeno conosciute come quella per le famiglie monoparentali (ecco i risultati alle mie proposte: http://bit.ly/3cfDJss e http://bit.ly/3a8T0JG), a cui ho lavorato affinché il contributo economico fosse a fondo perduto e non un prestito, come prevedeva prima la nostra Regione. Una modifica che ha notevolmente implementato l’attenzione dei genitori allo strumento: evidentemente consentiva di aiutare più efficaciemente famiglie monoparentali in difficoltà.

La Proposta di oggi!

L’iniziativa in contrasto alla denatalità di cui oggi vi parlo raccoglie questa misura per famiglie monoparentali e le aggrega in modo unitario agli interventi già esistenti per orfani e famiglie numerose, aggiungendo anche delle novità!

Inoltre aggiunge nuove misure a favore della gravidanza e dell’accompagnamento dei bambini fino ai 6 anni.
(Qui puoi leggere la proposta: PDL 178_458_472_testo licenziato per Aula!)

Attenzione però: il progetto potrà essere efficace solo in relazione ai fondi che la Giunta e la Maggioranza sceglieranno di destinare.

Tutto dipende della reale priorità politica del tema nelle politiche della maggioranza, sperando non serva solo ad essere ben equipaggiati in campagna elettorale di fronte ad associazioni e altre realtà dedite al tema “famiglia”.

Partiamo dall’inizio: i Dati del Veneto

Per iniziare, vi condivido una fotografia della realtà delle famiglie Venete, utile a capire le urgenze cui la politica deve rispondere nel nostro territorio:

    • la popolazione del Veneto ammonta a 4.905.037,
    • il decremento delle nascite pari al 3,4% rispetto al 2016 (dato Sistar Veneto, 2017),

Dal rapporto di ricerca “Le politiche familiari della Regione del Veneto” (Università di Verona, progetto convenzionato dalla Regione Veneto, anno 2015):

• famiglie sempre più ridotte nel numero medio di componenti (2,39 nel 2013);
• calo dei matrimoni, che vengono celebrati in età sempre più avanzata;
• aumento di separazioni e divorzi;
• sempre più persone che vivono da sole (single), in particolare nella fascia over 65 anni;
• presenza consolidata e stabile di cittadini stranieri e dei loro nuclei familiari;
• diversi tassi di fecondità tra donne italiane (1,26 nel 2013) e donne straniere (2,13 nel 2013);
• aumento consistente della popolazione straniera nella fascia di età 0-5 anni (+ 31.675 nel 2013 rispetto al 2003), con valori più marcati nella fascia di età 3-5 anni (+17.080);
• diminuzione della popolazione italiana nella fascia di età 0-5 anni (- 11.083 nel 2013 rispetto al
2003), con valori più marcati nella fascia di età 0-2 anni (- 9.213 nel 2013 rispetto al 2003).

Inoltre, il rapporto descrive le principali tendenze della popolazione residente nel territorio regionale:

• il progressivo invecchiamento della popolazione per l'allungamento della vita media ma anche per il
restringimento delle classi giovanili;
• la riduzione del tasso di fecondità (nel 2013, 1,42);
• la trasformazione e la semplificazione delle strutture familiari.
Secondo i dati ISTAT diffusi nel 2017, le famiglie in Veneto, nel 2016, erano 2.069.049, di cui 6.001 in situazioni di bisogno e beneficiarie di contributi regionali (2,9% del totale, corrispondenti alle famiglie monoparentali, alle famiglie numerose e con parti trigemellari, alle famiglie con i minori orfani di un solo genitore nonché alle famiglie in altre situazioni di bisogno).”

E con questo Piano per la Famiglia, cosa accadrà?

Sicuramente non cambierà il trend negativo delle nascite in Veneto nel breve periodo, ma la legge diventa un importantissimo punto di partenza per rendere più accessibile il progetto di maternità e paternità.

Fare famiglia nel 2020 non deve essere un peso ma un momento di felicità di una coppia, sia essa naturale o da adozione, perché la famiglia è Amore.

Ovviamente, in quanto Consigliera, in particolar modo come membro di minoranza, sono chiamata ad analizzare la proposta verificandone l’utilità e, in modo costruttivo, proporre integrazioni e osservazioni correttive.

Per me questa è una legge positiva, ma agirò con determinazione per rilanciare di alcuni aspetti imprescindibili che sono stati dimenticati:

Proposte per giovani, adozioni, servizi sul territorio.

1. Manca un chiaro riferimento alle giovani coppie: certo, la famiglia si crea a prescindere dall’età. Ma dobbiamo rendere più accessibile e meno impopolare la genitorialità delle giovani coppie, promuovendone la bellezza e rendendola più sostenibile economicamente: questo perchè più l’età di concepimento o adozione è matura, meno la coppia sarà portata a pensare ad averne più di uno;

2. Non si parla di adozioni: la legge non le nomina minimamente, ma una coppia che per vari motivi personali intende intraprendere il complesso percosro di adozione, non è una Famiglia a tutti gli effetti? E quindi perché non citarli e prevedere pari sostegni economici e sociali? Eppure la regione “promuove, coordina e monitora lo sviluppo del sistema dei servizi a favore dell’adozione, al fine di assicurare ad ogni bambino e alla sua famiglia, la possibilità di vivere al meglio l’esperienza dell’incontro, dell’accoglienza e della crescita nell’ambito del percorso adottivo.”

3. Assente ogni riferimento al duro lavoro svolto e alle possibilità di nuove iniziative a servizio dei territori da parte dei Consultori Familiari, ahimè sempre più depauperati di risorse e personale in questi anni: una politica errata da parte della Regione Veneto, che anziché potenziarli cerca di ridurli, lasciando sprovviste le famiglie ed i cittadini di sostegni sociali di enorme importanza e servizi gratuiti anche per la maternità e paternità.

Su questi aspetti ed altri in fase di analisi, proporrò una serie di emendamenti, ma intanto vorrei conoscere le vostre proposte! Scrivetemi!

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