#impresaVeneta – Adriano Boller e Chiara Carradore, Confartigianato Arzignano-Montecchio
Venerdì 13 maggio ho incontrato il Mandamento Confartigianato di Arzignano – Monteccho Maggiore. Dopo aver visitato la realtà artigiana dell’Alto Vicentino e dell’Area Berica (qui trovi il mio resoconto), sono passata in quell’area che ha saputo diventare leader mondiale nel settore concia, elevando il territorio nel novero nazionale producendo l’1% del PIL dell’Italia. In questa mia visita, ho incontrato Adriano Boller, Presidente Mandamentale della categoria Concia e Chiara Carradore, Presidente del Mandamento Arzignano – Montecchio Maggiore.
CONOSCERE IL TERRITORIO E ASCOLTARE CHI E’ IN PRIMA LINEA
La Valle del Chiampo ha una lunga tradizione di sviluppo industriale delle piccole e medie imprese, basata principalmente sui due settori: concia e marmo.
Questi due settori hanno saputo specializzarsi puntando alla qualità e alla competitività, tanto da permettere la nascita sul territorio di una importante rete di filiera che ha coinvolto tutta la popolazione residente, direttamente o indirettamente. Dalla concia si è poi sviluppata la chimica conciaria, la metalmeccanica specializzata, il commercio internazionale, con imprenditori che hanno saputo rispondere alla richiesta del mercato sia in termini di innovazione del prodotto, sia in termini di miglioramento dell’intero ciclo di produzione, per un prodotto finito di qualità e competitivo.
Non possiamo parlare di concia senza parlare di mondo operaio, residenti e immigrati, visto che il settore concia è arrivato ad impiegare oltre 12 mila dipendenti: il settore che ha creato molteplici occasioni di impiego e quindi del miglioramento dello stato di vita. Credo che qui sia un po’ d’obbligo ricordare che, a partire dagli anni novanta, questa zona è stata un punto regionale di forte immigrazione economica extraeuropea, sostenuta dall’offerta di lavoro da parte di un settore che necessitava molta manodopera in aggiunta a quella locale non sufficiente.
La crisi del 2008 ha comunque colpito questo settore, sebbene abbia retto meglio di altri, sia tra gli imprenditori sia nell’occupazione (l’area ha la disoccupazione più bassa d’Italia) e continua anche oggi ad essere trainante, con l’export, dell’economia italiana.
Una forte industrializzazione comporta anche un forte richio e impatto con l’ambiente, ma ve ne parlo qualche riga più sotto. Se volete aggiungere qualcosa scrivetemi a scrivimi@cristinaguarda.it
INCONTRO CON ADRIANO BOLLER – Presidente Mandamentale di Confartigianato della categoria Concia
Durante la visita alla conceria Ma.bo.pell di Adriano Boller, ho potuto conoscere le diverse fasi di produzioni e le tipologie di trattamenti chimici e meccanici, e ha compreso quanto sia complesso e specializzato questo comparto.
Per quanto riguarda i fondi statali e regionali, mi ha fatto piacere sapere che l’azienda di Adriano ha avuto modo di partecipare e accedere ai fondi di Veneto sviluppo, nel 2000 e nel 2013. Quest’ultimo faceva parte del FESR regionale, con il quale l’impresa ha potuto investire in un nuovo macchinario volto alla riduzione delle emissioni in aria.
Spesso però, l’accesso a questi fondi ha limitazioni e criticità che dovranno essere superate in futuro: se da un lato l’accesso al credito per investire dà la possibilità di pianificare il futuro, dall’altro burocrazia e fidejussioni controllate (e speculate) dalle banche, comportano limitazioni che fanno desistere molte imprese. Le banche non aiutano, anzi, ci giocano (soprattutto quando non ti danno una fidejussione dedicata ma ti obbligano ad una Omnibus): il risultato è un anno mezzo per ottenere i finanziamenti relativi ai fondi Veneto Sviluppo. Burocrazia, quindi, al limite della sopportabilità, causata dal Veneto stesso.
Su questo punto, Adriano mi ha informata che sta partecipando al fondo agevolativo per i beni strumentali del Governo conosciuto come “Nuova Sabatini” ed ha notato la facilità di presentarne domanda con condizioni meno stringenti, manovra che va nella direzione dell’imprenditore.
GLI INPUT RACCOLTI DAL TERRITORIO
AMBIENTE – Consapevoli che l’utilizzo di prodotti chimici hanno nelle acque di scarico un grande impatto ecologico, il settore conciario ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni. Un tempo le industrie conciarie sversavano direttamente nei fiumi, ora la vallata ha un sistema di depurazione specializzato e unico nel suo settore, che ha sicuramente un abbattimento non indifferente nei reflui con la produzione dei fanghi di concia, anche se questa riduzione di massa inquinata, estrapolata dall’acqua reflua non è sufficiente. La produzione di fanghi ora è arrivata ad un limite con la difficoltà di conferimento nelle discariche, sia per la presenza di cromo sia per l’alto indice di combustione che hanno i fanghi di concia del depuratore dopo il trattamento di essiccamento. Dai territori fino alla regione si parla molto del gassificatore, ma attendiamo se sarà realmente costruito.
Gli imprenditori conciari, grazie al nuovo Distretto, stanno comunque andando verso misure per ridurre al minimo gli inquinanti chimici presenti nell’acqua reflua e nello smaltimento dei rifiuti speciali: riutilizzo del surplus delle vernici, studio di riciclo dello scarto organico ed altre innovazioni nel settore, che sono allo studio anche nelle Università. Si può agire su più fronti, l’importante è perseguirle tutte per ridurre l’impatto ambientale.
DISTRETTO DELLA PELLE – un nuovo distretto che per la prima volta ingloba anche i piccoli produttori, ma soprattutto la filiera del settore. Una volta le decisioni erano preso da 5/6 grandi imprenditori, ma la buona pratica insegna che uniti si va lontano. Così, in questa nuova forma associativa sono rappresentati gli imprenditori del settore chimico e i produttori delle macchine per conceria, ma anche gli artigiani terzisti.
Lascio a voi scoprire con questi link, il lavoro che sta facendo il Distretto della Pelle e il progetto di formazione finanziato concia e ambiente.
LE PRIORITA’ DEL TERRITORIO RICHIESTE DAGLI ARTIGIANI, CON CHIARA CARRADORE Presidente del Mandamento
Con Chiara Carradore, Presidente del Mandamento di Arzignano – Montecchio Maggiore, ho avuto modo di conoscere una persona entusiasmante e concreta, che ha le idee chiare sul bisogno di una progettualità che guarda al futuro della valle. Il Mandamento di Confartigianato stà pianificando azioni per il futuro e presto presenterà i progetti.
VIABILITA’ E TRASPORTI: la valle vive su un’unica arteria. Cittadini e merci non hanno alternative e in alcune ore cadenziate e costanti il traffico si concentra e rallenta, fino quasi a paralizzarsi. Bisogna mettere in campo soluzioni alternative e con un concetto Smart City. Così l’associazione degli artigiani si sta spendendo per la realizzazione di uno studio di strategie di cambio degli orari scolastici, per permettere gli autobus di studenti di non rallentare il traffico; promozione e incentivazione del carpooling, sia per gli operai che vanno verso le aree industriali che per i cittadini; centri di smistamento delle merci, per evitare che l’afflusso di più mezzi di consegna nello stesso negozio o attività.
Purtroppo la creazione di nuove strade non è più possibile in quanto il territorio è stato ormai tutto edificato. Così biciclette e TPL (Trasporto Pubblico Locale) saranno strade da percorrere e forse, se un giorno riusciremo in Regione a definire il biglietto unico, anche il Veneto potrà contribuire a far diminuire le auto sulle strade.
Se siete di questo territorio e volete aggiungere altre priorità scrivetemi a scrivimi@cristinaguarda.it
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