Autonomia differenziata del Veneto … riflessioni e non solo!
Non c’è dubbio: i referendum del Veneto e della Lombardia, assieme alla richiesta a costo zero (senza referendum) avanzata dall’Emilia, hanno riaperto un’importante questione nazionale e storica: federalismo o regionalismo “potenziato”?
Ha smentito la possibilità di restituire risorse economiche in più rispetto a quanto oggi assegnato al Veneto (“tutto sarà declinato in base al costo storico dello Stato regionalizzato per le materie trasferite”).
Ha smentito la possibilità di approvare la proposta di legge statale promossa dal Consiglio regionale del Veneto.
Il Ministro ha, tuttavia, accennato un aspetto davvero importante: la definizione di un procedimento standard per la richiesta e l’ottenimento dell’autonomia differenziata!
Quando lo scorso anno abbiamo affrontato il tema Autonomia e Costituzione, rilevavo la totale mancanza di indicazioni, di un percorso definito per aprire il confronto volto ad ottenere nuove forme di autonomia regionale, senza disperdere energie e denaro. Il Governo Prodi nel 2007 aveva presentato un progetto, ma la caduta del Governo non aveva consentito la sua realizzazione.
– saranno in grado le singole regioni di gestire autonomamente materie complesse come la questione ambientale, l’istruzione?
– le differenze legislative che si verranno inevitabilmente a creare su temi come, ad esempio, la questione trasporti, quanto appesantirà la burocrazia delle nostre aziende, quanto sarà di ostacolo a noi cittadini?
– se le indicazioni politiche di cittadini e amministratori locali spingono verso forme di autonomia, non sarà il caso di rivedere il Titolo V, approfittando della discussione che impegna ministeri e consigli regionali sui modi e le necessità per attuare nuove forme di autonomia?
Qualche anno fa si ribadiva la necessità di rivedere la Costituzione, il funzionamento del Parlamento. Dicevano sarebbero bastati pochi mesi: ecco allora, facciamolo! Ragioniamo su quei punti e riflettiamo sul Titolo V parlando chiaramente di merito, nel definire le competenze regionali e nazionali, avviando un processo volto ad un federalismo o regionalismo più spinto, più coraggioso rispetto a quel primo importante passaggio della Riforma del 2001, che ha introdotto la possibilità di richiedere un’autonomia differenziata.
Io direi di rivedere l’articolo V !!!!!!!
Grazie Claudio. Immagino tutta la burocrazia che si verrà a creare tra Ministeri, Conferenze Stato-Regioni e Consigli regionali, per non parlare dei ricorsi, se ogni regione comincia a chiedere oggi materie, oggi 5, domani si risveglia e ne chiede altre 2, e così via. Credo che si creeranno più complicanze che semplificazione. I tempi sono più che maturi per rivedere il titolo V.