Ordinanza di Pasqua – Tolto un limite che la Regione stessa aveva messo
Sembra uno scherzo, ed invece è tutto vero: dalla Regione è uscita un’ordinanza che l’unica cosa che toglie è un limite messo dalla stessa Regione, due settimane fa.
Insomma si spaccia per fase 2, per ritorno alla normalità, una rimozione dei 200 metri messi solo in Veneto come limite.
Ed in più si impone un obbligo, quello di mascherine, guanti e detergenti per le mani, che la Regione stessa non ha garantito ad esempio alle case di riposo.
Come si fa a pensare di mettere un obbligo da parte di un Ente che si è dimostrato carente da Merlara a Santorso nei confronti delle case di riposo e residenze sanitarie assistite lasciate completamente sole?
Trovano surreale l’ordinanza firmata da Luca Zaia la domenica di Pasqua.
Ci sono dei veri e propri buchi logici all’interno di questa ordinanza, ad esempio si farebbe divieto di uscire di casa se si è febbricitanti: la Regione non può vietare ad una persona di andare dal al medico curante o di andare in ospedale, tanto meno con un presidente che spaccia il divieto per reato penale, dichiarando chiaramente il falso.
I malati vengono chiamati ad uscire per fare i tamponi: cosa dovrebbero fare? Che messaggio si sta dando? Siamo al triage burocratico?
Poi Zaia autorizza ciò che era già permesso, ovvero i barbeque nel proprio giardino con i componenti del nucleo familiare residente. Questo è un caso invece di burocrazia alimentare: quando si decide di fare il risotto in cucina si deve chiamare alla Regione?
Do un consiglio ai nostri componenti della Giunta regionale: dentro la prossima ordinanza metteteci qualche fondo di sostegno per le imprese che sono rimaste chiuse, si spieghi cosa fanno gli enti regionali ad esempio Veneto Sviluppo e Veneto Lavoro per sostenere chi genera occupazione in questo periodo.
Chiedo al Presidente della Giunta regionale inoltre di spiegare, oltre che ad annunciare riaperture che non dipendono da lui, se sta pensando come coordinare il diritto al lavoro al diritto alla salute dei lavoratori, magari rafforzando i controlli degli Spisal regionali.
E ci dica Luca Zaia, che era sempre in prima fila alle assemblee di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza, come faremo ora a ripartire senza banche venete.
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