Pedemontana – Crollo ponte-canale nel trevigiano. E’ un opera sicura?
Sulla vicenda legata al recente crollo del ponte-canale a Trevignano (TV), lungo il tracciato della Pedemontana, ci chiediamo se l’opera fosse conclusa e aperta al traffico, poteva scapparci il morto? Purtroppo la Regione minimizza in modo scandaloso.
Se l’opera fosse stata aperta poteva scapparci il morto, visto la mole di detriti finiti sulla carreggiata.
Ma quello che continua a far rabbrividire in prospettiva è la minimizzazione dell’accaduto da parte della struttura regionale che si occupa dell’opera. E’ inaccettabile che il cedimento venga giustificato dicendo che le lavorazioni di completamento del ponte non erano concluse. Quel ponte è stato realizzato più di un anno fa: serve davvero così tanto tempo per mettere in sicurezza, evitando quindi i vari smottamenti, un tratto di trincea?
Pongo l’attenzione sul fatto che già durante la discussione relativa al sequestro della galleria di Malo abbiamo chiesto alla Regione di verificare e controllare la qualità dei materiali utilizzati nelle opere in cemento armato della Pedemontana, sia in quelle già completate che in quelle in corso di realizzazione.
Il ponte-canale dovrebbe essere un’opera antisismica, quindi dovrebbe essere resistente a terremoti e infiltrazioni e non soggetto a smottamenti dopo una pioggia di bassa intensità.
Evidentemente, anche la decisione di interrare la superstrada in una trincea che si trova in una zona di ricarica di falda, aumentandone così i rischi idrogeologici e l’aumento dei costi, non si sta rivelando felice.
A tal proposito abbiamo depositato un’interrogazione, assieme ai colleghi Ruzzante e Bartelle, ricordando alla Giunta Zaia che lungo il percorso della Superstrada Pedemontana Veneta si sono già verificati in precedenza altri cedimenti, ad esempio presso il torrente Chiavone a Breganze e presso il torrente Poscola a Castelgomberto e che la SPV è stata fin da subito costruita a “singhiozzo”, con una molteplicità di cantieri anche di poche decine di metri lungo il tracciato, senza rispettare il diffuso sistema di costruzione per lotti.
In particolare chiediamo alla Giunta
- quali sono le misure che intende assumere per prevenire analoghi eventi;
- se ha in previsione di effettuare un monitoraggio complessivo delle infrastrutture analoghe a quella crollata;
- quali garanzie di sicurezza vi sono per l’utenza che nel prossimo futuro fruirà della superstrada;
- quali azioni intraprenderà nei confronti del concessionario.
Evidenziamo infine che la situazione è tale da esigere provvedimenti urgenti. Invece chi ha la responsabilità, ovvero la Regione, mette la testa sotto la sabbia.
E, come se non bastasse, è inquietante anche il fatto che c’è un direttore dei lavori indagato per la galleria di Malo che continua ad operare come se nulla fosse successo. Nessuno dice niente anche se le ombre su quest’opera sono ormai gigantesche.
(Dal comunicato stampa congiunto con il consigliere Andrea Zanoni -PD-)
Lascia un commento