Sulla Pedemontana i nodi stanno venendo al pettine. I nostri dubbi sono gli stessi dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Troppi fondi pubblici, ben 300 milioni, pericolo di falsare la concorrenza, rischio sbilanciato a sfavore del committente, ovvero la Regione.
Sulla Superstrada Pedemontana i nodi stanno venendo al pettine e a dirlo adesso non è l’opposizione ma Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale AntiCorruzione (ANAC). Il commento parte dalla pubblicazione odierna delibera dell’Anac e inviata alla Procura della Corte dei Conti, in cui sono evidenziate le criticità relative all’iter per la realizzazione dell’infrastruttura.
Una delibera in cui, inoltre, si giudica non ammissibile un ulteriore slittamento dei lavori, con conclusione al 30 settembre 2020 e si chiede di riesaminare la stime dei volumi di traffico, che potrebbero non essere realistiche.
Qui potete trovare la relazione dell’ANAC.
Adesso la palla passa alla Procura della Corte dei Conti di Roma, che da due anni sta indagando e che entro fine dicembre dovrebbe esprimersi. Sono soddisfatta perché finalmente verrà fatta piena luce su quanto sollecitiamo da tempo, non da ultimo in Commissione e Consiglio nel marzo scorso. Dubbi che sono gli stessi espressi dalla massima autorità dell’anti corruzione.
Ricordo inoltre che il consigliere Zanoni, tre mesi fa aveva trasmesso un esposto sottoscritto con la senatrice Laura Puppato direttamente a Cantone, in cui evidenziava le troppe ombre relativamente alla terza convenzione con Sis.
Evidentemente le preoccupazioni erano fondate. Ora staremo ad aspettare e vi terrò informati appena uscirà il documento della Corte dei Conti.
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