Prostituzione – Dal Veneto ennesima proposta di legge contro la dignità delle donne
Prostituzione – Lo sfruttamento delle donne non si combatte riaprendo le case chiuse. La Proposta di Legge presentata è l’ennesima arma di distrazione di massa per non affrontare i problemi del Veneto.
Le donne e la loro dignità non si tutelano affatto con la riapertura delle case chiuse. La regolamentazione della prostituzione non dà alcuna garanzia contro lo sfruttamento, dobbiamo evitare scorciatoie semplicistiche e pericolose.
Sono contro il progetto di legge di iniziativa statale dell’esponente venetista, Antonio Guadagnini, per disciplinare l’esercizio della prostituzione, approvata in Quinta commissione.
Questo fenomeno è una vera e propria piaga, lede i diritti della persona e favorisce una cultura della sottomissione della donna.
Non possiamo accettare che ci sia una parte di popolazione che ne sfrutta un’altra motivandola, magari, con maggiori entrate per le casse dello Stato poiché la prostituzione sarebbe tassata.
Anziché pensare al gettito fiscale ci si impegni in azioni per ridurre la prostituzione. Dietro ci sono racket mafia e sfruttamento, fino ad arrivare a una vera e propria ‘tratta delle schiave’.
E davvero c’è chi crede di risolvere tutto con un albo professionale? Se si vuole affrontare il problema, ci si confronti con associazioni e professionisti che da anni cercano di salvaguardare la vita di queste persone, che hanno una storia e una preparazione in merito.
Solo pura propaganda, per non affrontare veramente i problemi.
Il metodo con cui viene proposta dal Consiglio regionale è l’ennesima arma di distrazione di massa: si tratta di un Progetto di Legge Statale che come gli altri presentati resterà in un cassetto romano, per non affrontare i veri problemi che affliggono il Veneto.
E forse hanno ragione, poiché hanno ottenuto un ampio risalto mediatico, nascondendo perfino l’adozione da parte della regione della “Carta dei Diritti della Bambina”. Ma è film che abbiamo già visto, ormai i consiglieri di maggioranza hanno abdicato al proprio ruolo, delegando tutto a Zaia, limitandosi a fare da passacarte.
Un esempio di lotta alla prostituzione
Dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, che salva ogni hanno ragazze dalla prostituzione, vi condivido il loro comunicato stampa, che brevemente ci fa capire dove bisogna andar a lavorare, per combatterne il fenomeno.
Certo Cri come tutte le problematiche che sorgono loro la pensano nello stesso modo è una cosa impossibile da accettare
La parlamentare Lina Merlin con la sua Legge non combattè il sesso a pagamento, ma lo sfruttamento dello stesso.
Per prima cosa combattè il ruolo dello Stato come magnaccia, pappone o protettore delle prostitute.
Il Guadagnini nella sua ignoranza ripropone per la Regione, e per lo Stato, questo ruolo.
Se lo Stato diventa il magnaccia perchè non lo può essere Pepè le Mokò?